“Berlusconi dimettiti”: il terzo polo sfiducia il premier. Lui ribatte: “Irresponsabili”. Ma Maroni ammette: “Serve un nuovo governo”

Pubblicato il 2 Dicembre 2010 - 15:47 OLTRE 6 MESI FA

Francesco Rutelli, Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini

Silvio Berlusconi “deve dimettersi”, perché “serve una nuova fase”. Gli esponenti del nascente terzo polo attaccano il premier e lui risponde: “Siete degli irresponsabili”. Ma intanto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, amette: “C’è bisogno di un nuovo governo”. La richiesta al presidente del Consiglio è giunta al termine del vertice a cui hanno preso parte Gianfranco Fini, Pier Ferdinando Casini e Francesco Rutelli per decidere compatti la sfiducia al governo Berlusconi. Una mozione comune al governo di Udc, Fli, Api, cui si sono aggiunti anche l’Mpa di Raffaele Lombardo e i Libdem di Italo Tanoni. Italo Bocchino, capogruppo di Fli alla Camera, si è addirittura sbilanciato fornendo i numeri, che toglierebbero la maggioranza all’attuale esecutivo: ”Siamo a quota 317, sommando le firme della nuova mozione di sfiducia Fli-Udc-Api-Mpa,che verrà depositata, alla mozione già presentata da Pd e Idv”.

Alla fine dell’incontro c’è stato un comunicato ufficiale con le “condizioni” dettate al premier: ”I deputati dell’Udc, Fli, Api, Mpa, Libdem, La Malfa e Guzzanti del gruppo misto, che si riconoscono in un’area di responsabilità politico-istituzionale convengono sulla necessità di assicurare al paese un governo solido e sicuro, in grado di affrontare la seria crisi economico-sociale e di evitare un inutile e dannoso ricorso alle urne. Alla luce della comprovata inadeguatezza dell’attuale esecutivo ribadiscono l’invito al presidente del consiglio a dimettersi per facilitare l’apertura di una nuova fase ed evitare ulteriore logoramento politico e istituzionale e inutili manovre di palazzo. A tal fine sarà depositata nei prossimi giorni una mozione di sfiducia sottoscritta da tutti i deputati dell’area di responsabilità”. Paolo Bonaiuti, portavoce del premier, ha ironizzato su queste parole: ”Inadeguatezza del governo? Fa venire i brividi pensare che possa avere responsabilità di governo uno solo di questi signori che rilasciano siffatte dichiarazioni”. Anche il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha detto di escludere la possibilità che “Berlusconi si dimetta prima del voto del 14 dicembre”.

Ma Fini ha insistito: “Le firme dimostrano che la fiducia non c’è”. Il presidente della Camera ha però escluso il ritorno anticipato alle urne: “Ragionevolmente, non si andrà alle elezioni”. Ma, se dovesse succedere, Fini è convinto che “Berlusconi perderebbe”. I capigruppo della Lega hanno a loro volta criticato la posizione presa dal presidente della Camera: “Se votasse la sfiducia commetterebbe un grave errore politico”

IL VERTICE. Le prove tecniche di terzo polo sono andate in scena a Montecitorio. «C’è una convergenza ampia e solida» ha detto il leader dell’Api, Francesco Rutelli al termine della riunione con gli omologhi di Futuro e Libertà e Udc «Gli appuntamenti delle prossime ore – ha aggiunto – confermeranno la coesione di questa area di responsabilità».

Al mini-summit erano presenti anche il capogruppo di Fli alla Camera Italo Bocchino e l’esponente di Api Bruno Tabacci. Adolfo Urso, coordinatore nazionale di Futuro e Libertà, aveva fatto sapere che «se non ci saranno risposte adeguate alle nostre proposte politiche è probabile che si giunga alla decisione di presentare una mozione di sfiducia» al governo.

Interpellato dai cronisti in proposito a margine del vertice Ocse di Astana, il premier Berlusconi si è limitato a dire: «No, non so nulla». E il ministro degli Esteri, Franco Frattini, da Dubai ha detto di continuare «a essere ottimista sul risultato del 14 dicembre. Ci sono stati molti incontri tra l’Udc e il partito di Fini, che hanno incluso anche molte volte Rutelli – ha fatto notare l’esponente del Pdl – . Ci sono delle riflessioni in corso. Io francamente non credo che molti colleghi del Fli si saranno sentiti a loro agio a preparare una mozione di sfiducia al governo di cui facevano parte fino a qualche settimana fa».