Berlusconi: “Dallo scontro con Fini nessuna ripercussione. Impossibili elezioni anticipate”

Pubblicato il 21 Maggio 2010 - 14:00| Aggiornato il 2 Giugno 2010 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

“Zero”: Silvio Berlusconi  risponde così a Bruno Vespa che gli chiede quali ripercussioni prevede per governo e maggioranza dopo il contrasto interno con Fini e i finiani.

“Il Governo andrà avanti con il suo programma – risponde il presidente del Consiglio intervistato dal giornalista per il suo ultimo libro – sostenuto com’è da una maggioranza forte e coesa sia al Senato che alla Camera”.

“Non c’è nessuna possibilità che si vada alle elezioni anticipate.Sono assolutamente convinto che la legislatura avrà il suo regolare svolgimento. Abbiamo un preciso obbligo con tutti gli italiani: realizzare le riforme che abbiamo promesso. Come è nostra abitudine, manterremo la parola. Eventuali subordinate non esistono, perché non esistono riforme al ribasso o dimezzate”. Lo afferma Silvio Berlusconi, intervistato da Bruno Vespa per il suo ultimo libro.

“Nessuno dei temi evocati da Fini” alla direzione nazionale “è mai stato proposto nelle nostre riunioni, né portato in discussione nell’Ufficio di presidenza, né comunicato a me come presidente del Popolo della Libertà né ai tre coordinatori nazionali. Nemmeno a Ignazio La Russa che pure ha sempre avuto contatti regolari e frequenti con il presidente della Camera”, ha ribadito il premier.

Nell’intervista a Bruno Vespa che sarà pubblicata nel prossimo libro in uscita il 28 maggio prossimo, riferendosi agli attriti con il presidente della Camera, il premier ha però voluto evidenziare come “lo stesso intervento pronunciato da Fini nel corso della riunione della Direzione ha dimostrato che non vi erano dissensi su questioni politiche essenziali tali da giustificare le drastiche decisioni che poche settimane prima erano state ventilate nel corso del mio incontro con il presidente della Camera”.

Visto che il presidente della Camera parla comunque di Generazione Italia come di una corrente organizzata all’interno del Pdl, Vespa ha chiesto a Berlusconi se nel partito ci saranno formalmente una maggioranza e una minoranza. “Ho inteso e intendo costruire un partito che duri decenni e sia il protagonista della storia italiana, ha risposto il presidente del Consiglio . Un partito così può essere soltanto democratico e trasparente con uno statuto che attribuisce ai singoli organi direttivi delle precise responsabilità. Ci si riunisce, si discute, si pongono problemi e se non c’è unanimità di vedute si mettono ai voti i singoli provvedimenti e la minoranza deve adeguarsi alle decisioni della maggioranza anche per quanto riguarda il voto in Parlamento. Questa è la regola che vige in tutti i partiti democratici dell’Occidente”.