Berlusconi, nuovo attacco ai giudici: “La Consulta non può bloccare le nostre leggi”

Pubblicato il 5 Febbraio 2011 - 19:46 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Silvio Berlusconi torna all’attacco contro i giudici, e precisamente contro la Corte Costituzionale, “rea” di abrogare le leggi approvate in Parlamento: ”Quando il Parlamento fa una legge non ci deve essere più questa possibilità che i pm impugnino la legge e la Corte Costituzionale la abroghi in osservanza dei desideri dei pm”.

Il premier è intervenuto telefonicamente durante il congresso organizzato a Milano da Alleanza di Centro. Durante il colloquio il Cavaliere è tornato sulla questione della durata di processo che, ha ribadito, ”va cambiata”. Per Berlusconi infatti, ”non si può continuare ad accettare che un cittadino sottoposto a processo e assolto possa essere richiamato in Appello o in Cassazione – ha aggiunto – I Pm lo fanno sempre per puntiglio o per antipatia personale o politica”. La conseguenza sarebbe quella di ”rovinare la vita delle persone nei gironi infernali dei processi”.

”E’ una legge che avevamo già fatto – ha rivendicato il premier -, ma come per tutte le leggi che non piacciono ai pm, i pm le impugnano e le portano davanti alla Corte Costituzionale, formata da 11 giudici provenienti dall’area di sinistra e solo 4 da destra, e l’hanno abrogata. Questa è una cosa che non possiamo più accettare”.

Berlusconi ha chiuso anche a qualsiasi tipo di alleanza con Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini: il premier ha detto di essere contrario a qualsiasi tipo di accordo con Udc e Fli, anche per quanto riguarda le elezioni amministrative che si terranno in primavera.

Queste le parole del presidente del Consiglio: ”Io sono per la chiarezza e la coerenza al centro e nella periferia del Paese e quindi da parte mia la chiarezza si impone: devo tuttavia ricordare che il Pdl è un partito democratico e quindi faremo delle riunioni a cui sottoporremo questo problema e sono fiducioso che la scelta vada nel senso che tu ed io auspichiamo e cioé di non andare in periferia” con chi è contro il ”governo nel Paese”.

Quindi Berlusconi ha sfidato Fini e i suoi, che avevano impedito l’approvazione della cosiddetta “legge bavaglio”: ”Noi stiamo preparando quelle riforme che Fini e i suoi ci bocciavano e presenteremo presto in Parlamento una legge in cui le intercettazioni possono essere autorizzate solo in indagini che riguardano reati come la criminalità organizzata, il terrorismo internazionale, la pedofilia e l’omicidio”.

Poi Berlusconi è tornato a parlare del federalismo, affermando che sarà approvato in tempi brevi: ”Non so quando andremo in Parlamento, comunque è una questione che riguarda le procedure, ma porteremo all’attenzione, credo di tutte e due le Camere, e non avremo nessun ritardo” e non c’è alcun dubbio che ”la riforma sarà approvata”.