Pallottoliere Berlusconi, i dissidenti Pdl non rientrano: “Astensione”

Pubblicato il 8 Novembre 2011 - 08:46 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi (LaPresse)

ROMA –  La partita per la sopravvivenza del Governo si gioca attorno a 4 o 5 nomi, quelli che, numeri alla mano, separano Silvio Berlusconi dalla quota di “sicurezza” (molto relativa) di sopravvivenza alla Camera. Nelle poche ore che separano il governo dal voto sul rendiconto dello Stato (che non è a rischio visto che le opposizioni si asterranno) sono proprio 4 o 5 i deputati che ballano, indecisi tra il consumare lo strappo decisivo oppure rientrare timidamente all’ovile.

Al momento i numeri che compaiono sui giornali danno il Governo Berlusconi fermo a 311 voti. Per la maggioranza assoluta ne mancano cinque. E con il passare delle ore, per il premier la situazione peggiora: gli indecisi decidono e decidono per l’astensione, che altro non è che un no al Berlusconi.

Sempre in mattinata è arrivata la prevedibile mossa dell’opposizione di astenersi. E’ un modo per ottenere due risultati: evitare il caos per un’eventuale bocciatura del rendiconto dello Stato e aspettare in riva al fiume. Se i numeri di Berlusconi saranno bassi arriverà subito la mozione di sfiducia.

E’ perso alla causa del berlusconismo l’ex fedelissimo Roberto Antonione. Sul Corriere della Sera di martedì, infatti, il deputato informa di aver rifiutato un colloquio proprio con il presidente del Consiglio. Poi in mattinata arriva la conferma: astensione. Stessa decisione per altri due dissidenti già previsti, Giustina Destro e Fabio Gava. Un colpo duro ai numeri di Berlusconi viene però dall’astensione di Giancarlo Pittelli e Antonio Buonfiglio, dissidenti anche loro ma, fino a ieri sera, contati tra i “recuperabili”. Invece si asterranno anche loro. Vicino al rientro all’ovile, invece, Giorgio Stracquadanio che ha spiegato che un “berlusconiano non può darsi del puzzone da solo”. Quota 316, però, a questo punto si fa più lontana.

Secondo il Corriere della Sera, nella notte tra lunedì e martedì Berlusconi avrebbe “scatenato l’inferno per recuperare i suoi”. I risultati si vedranno solo nel primo pomeriggio di martedì. Eppure appare già certo che qualche delusione il premier l’ha incassata: non rientrano né Gabriella Carlucci né Ida D’Ippolito, entrambe fresche di passaggio all’Udc.

Il sì a Berlusconi è invce arrivato da un’altra malpancista, Isabella Bertolini, che  il colloquio con Berlusconi l’ha accettato e poi ha detto che voterà il rendiconto. Il nervosismo comunque è massimo anche per l’opposizione che non sembra intenzionata a presentare una mozione di fiducia se non in caso di sicurezza quasi assoluta di spuntarla.

Restano altri due indecisi: Pippo Gianni del Pid (tentato dall’Udc ma amico di Saverio Romano) e Pippo Scalia.

A poche ore dal voto, insomma, la situazione è un rebus indecifrabile. Così indecifrabile che persino i bookmakers inglesi, che in genere quotano qualsiasi cosa, su Berlusconi fanno un passo indietro: situazione troppo complessa e forse anche troppo legata ad aspetti emotivi più che di calcolo logico, per essere quotata con un numero. Altri numeri, quelli dello spread e dell’andamento della Borsa, però, potrebbero cambiare già in mattinata il corso degli eventi.