Berlusconi al Pdl: “Fini decida ma se resta basta distinguo”

Pubblicato il 16 Aprile 2010 - 21:17 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

Dietro le posizioni di Gianfranco Fini non ci sono ragioni politiche, ma motivi personali e pretestuosi. E ancora: è libero di fare come vuole ma se decide di desistere dall’idea di fare dei gruppi, stavolta deve essere una decisione definitiva il che significa finirla con le punture di spillo che subisco ormai da due anni.

Silvio Berlusconi, nel corso dell’ufficio di presidenza del Pdl, replica colpo su colpo ai ‘finiani’ che insistono per un documento in cui si sancisca una maggiore collegialità e una maggiore partecipazione del presidente della Camera alle decisioni del partito. Chi ha ascoltato il presidente del Consiglio parlare nel corso del vertice a Palazzo Grazioli lo descrive sereno ma molto determinato. Dopo una breve introduzione in cui ha riassunto i contenuti del pranzo con l’ex leader di An, il Cavaliere ha lasciato che si aprisse il dibattito.

Solo quando ad intervenire sono stati i finiani ha replicato, punto per punto: così ha fatto con Adolfo Urso, ma soprattutto con Italo Bocchino. Quest’ultimo, sempre secondo il resoconto di chi ha partecipato, ha fatto notare al Cavaliere che dietro le richieste del presidente della Camera ci sono ragioni politiche. Secca la replica di Berlusconi: non c’é nessuna ragione politica, ma semmai ragioni personali e permettetemi pretestuose. La posizione del premier è emersa soprattutto sulla discussione in merito alla necessità di produrre un documento. I finiani volevano che fosse in qualche modo affermato il principio di una maggiore condivisione delle decisioni all’interno del Pdl. Un testo che, a detta del premier e dei suoi colonnelli, sarebbe risultato troppo annacquato. Da qui la richiesta di Berlusconi di essere lui a sintetizzare davanti ai giornalisti le conclusioni dell’ufficio di presidenza. Ed è in questa fase che il Cavaliere ha sintetizzato il suo convincimento: chiederò a nome del Pdl che Fini desista dall’idea di formare dei gruppi autonomi.

Se lo farà però, ha argomentato Berlusconi, stavolta deve essere una decisione definitiva perché non ne posso più delle punture di spillo che ho subito per quasi due anni e che continuo a subire. Il premier ha citato l’esempio delle posizioni di Fini sull’immigrazione espresse quando ancora la campagna elettorale in regioni come quella del Veneto era ancora in corso. Un continuo remare contro, a detta del Cavaliere, che ora dovrà finire. E ancora: se volete prendere un’altra strada e cioé formare dei gruppi fuori dal Pdl, ha proseguito Berlusconi, fate pure, accomodatevi. Non posso impedirlo anche se ritengo sia un errore. Se al contrario decidete di restare nel Pdl deve essere una decisione da portare fino in fondo e che implica la cessazione di continui distinguo e attacchi.