Berlusconi punta al 58%, ma il Pdl è agitato, in fibrillazione

Pubblicato il 10 Aprile 2011 - 10:26 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini

ROMA – Malumori, ambizioni, ruggine tra le correnti e lo scontento che cresce per la gestione del partito. La fibrillazione all’interno del Pdl esce allo scoperto e anche Silvio Berlusconi, alla fine, ne prende atto pubblicamente. Per evitare, innanzitutto, che un eventuale inasprimento del malcontento possa in qualche modo influire sui risultati elettorali delle amministrative.

”Vinceremo le amministrative, come abbiamo vinto le altre elezioni e in seguito ci dedicheremo alla riorganizzazione del partito” promette Silvio Berlusconi che, non a caso, ha voluto presenziare l’appuntamento organizzato dai ‘cofondatori’ democristiani e socialisti del partito, ai quali ha gia’ promesso maggiore ascolto. ”Dopo le amministrative prendo l’impegno di fare riunioni, studi, approfondimenti per poi prendere decisioni ed arrivare ad una nuova organizzazione del partito che guardi al futuro con nuovo slancio” spiega il premier che in prospettiva si pone un traguardo ambizioso: portare il partito al 58%.

”Quando abbiamo fondato il Pdl come costola del Ppe abbiamo puntato a superare il 50%. Gli ultimi risultati del pentapartito si aggiravano intorno al 52%. E poichè Gasparri mi fa notare che bisogna aggiungere ad ex Dc ed ex Psi almeno il 6 per cento di An, direi che dobbiamo puntare al 58%, perchè – assicura – nella vita occorre darsi obiettivi ambiziosi”.

Intano, però, il Cavaliere punta a raqgiungere quota 330 per la sua maggioranza ”entro due settimane”, grazie all’aiuto di due parlamentari dell’opposizione che hanno preso ”l’impegno di non votare o astenersi” nei prossimi passaggi in aula. Ma il lavoro ai fianchi dell’opposizione per reclutare nuovi deputati ha i suoi costi e sta creando non pochi malumori tra i ‘soci’ fondatori del Pdl. Come quelli rappresentati nella recente cena tra otto-nove esponenti dell’esecutivo, tutti ex Fi a Roma.

Come dimostrano le reazioni scatenate dall’area scajoliana dopo le note e vivaci esternazioni del ministro La Russa o dopo il successivo incidente scatenato dal vicecapogruppo, Massimo Corsaro. ”Bisogna rivedere la forma partito” sostiene il capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto secondo il quale e’ arrivato il momento di dare ”la parola agli iscritti e agli eletti per vedere di eleggere dal basso con i congressi provinciali, comunali ed eventualmente regionali l’intelaiatura del partito”.

Parla di toni anche ”troppo schietti” il vicepresidente dei deputati Pdl, Osvaldo Napoli, per definire il confronto che si è aperto nel partito. Con un avvertimento: ”Certe prese di posizione molto simili a scorciatoie per guadagnarsi una cadrega nel governo o nel partito” sono ”disdicevoli”. Episodi, certo, ”ancora marginali, ma che denotano una finta fibrillazione politica dietro la quale si celano soltanto ambizioni personali”.