Bersani: “Sulle intercettazioni rimane il no, abbiamo votato a favore di una nostra proposta. Berlusconi non ha prospettive”

Pubblicato il 22 Luglio 2010 - 14:15 OLTRE 6 MESI FA

Pier Luigi Bersani

Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani rispedisce al mittente tutte le polemiche sull’arrendevolezza del Pd che, nella mattinata di giovedì 22 luglio ha votato a favore dell’emendamento presentato dal governo in commissione Giustizia sulle intercettazioni.  ”La nostra linearità – spiega Bersani – è fuori da ogni polemica. Il punto su cui loro hanno fatto una mossa indietro, e cioe’ l’udienza filtro, era una nostra proposta”.

”Rimangono però – ha proseguito Bersani parlando in conferenza stampsa – problemi rilevanti sul punto delle indagini, parte in cui ci sono nel testo ancora inciampi. Se non si risolve questo punto il nostro atteggiamento è negativo”. ”Da mesi si discute su un problema, quello delle intercettazioni – ha aggiunto – che si poteva risolvere in un quarto d’ora. Si è usato il problema per fare altro, e cioè mettere il bavaglio all’informazione e impedire le indagini. Il primo punto è stato migliorato, il secondo no: e così – ha concluso – il nostro giudizio rimane duramente negativo”.

Secondo Berlsani il governo Berlusconi ”non è in grado di affrontare i problemi del Paese” e di questo ”la maggioranza deve prendere atto”; per questo serve un nuovo ”governo di passaggio” che sia in discontinuità, con l’attuale fase, e affronti due emergenze: la rforma elettorale e quella fiscale.

”Che Berlusconi faccia la vittima è paradossale”, ha detto poi Bersani riferendosi alle affermazioni del premier di essere vittima di un attacco mediatico. Il vittimismo del premier, ha aggiunto il segretario del Pd, “è il segnale che il governo non ha orizzonte davanti. Questo crea fibrillazioni nella maggioranza e pone problemi al Paese”. ”Per quanto tempo – ha domandato – andremo avanti senza un governo in grado di affrontare i problemi del Paese?”, come il fisco, il lavoro, il welfare. ”Pensiamo che Berlusconi è  in grado di governare il Paese o non piuttosto che non lo e’? Questo e’ il punto. E prima la maggioranza ne prende atto, meglio è. Le minimizzazioni di Berlusconi non portano da nessuna parte”.

Il segretario dei Democratici ha rilanciato la sua proposta di un ”governo di transizione, che abbia due priorità: la legge elettorale e il fisco. Queste sono urgentissime, altre sono urgenti”. ”Un passaggio così – ha osservato – significa lasciarsi alle spalle una storia. Questa è una proposta sensata. Che poi Berlusconi sia disponibile a discuterne, su questo sono scettico. Eppure serve questo; e poi occorre una fase nuova, a partire dal fatto che per il risanamento del Paese chia ha di piu’ deve dare di più. Ma a questo si arriva con una fase di passaggio, che chiude non solo due anni governo, ma un’epoca. Ma l’Italia non può permettersi un governo che non è incisivo”. Un giornalista ha chiesto a Bersani se gli elettori capirebbero questa proposta: ”E’ compresa dalla nostra gente – ha risposto – perché una fase di transizione è l’uscita dal vecchio film”.