Bersani: “Per le riforme economiche e sociali vado ad Arcore a piedi”

Pubblicato il 9 Aprile 2010 - 17:59 OLTRE 6 MESI FA

Premesso che le riforme istituzionali si fanno in Parlamento, per quelle economiche e sociali «io vado ad Arcore anche a piedi, con idee nuove, purché dall’altra parte si riconosca che se hanno governato sette anni su nove non è che possano dare sempre la colpa agli altri». E’ un passaggio dell’intervento del segretario del Pd Pier Luigi Bersani al forum di Confindustria a Parma. A patto, però, che «si esca dalla retorica del dialogo e si entri nella concretezza del confronto: ci preoccupa quella chiacchiera inconcludente del cosiddetto dialogo che allontana tutta la politica dalla società».

Mentre si discute di riforme, è necessario fare interventi a favore della situazione economica. E’ l’invito di Bersani: «Perché le famiglie italiane non stanno discutendo di semipresidenzialismo alla francese, ma di lavoro». Il segretario del Pd, ribadendo che il luogo per fare le riforme è il Parlamento, esorta il Governo, «mentre le camere discutono», di occuparsi «dei temi economici: se non ce ne occupiamo un po’ finisce che la politica prende una distanza abissale dalla società».

Per uscire dalla crisi, secondo Bersani, «stare fermi non è una strategia, innanzitutto nella dimensione europea, perché noi viviamo un’accelerazione della storia». «La frusta della crisi – ha detto – si fa sentire in modo particolare da noi, perché si collega a problemi precedenti che altri avevano in misura minore e che prevede per noi un tempo più lungo di rientro nella crisi fa una previsione che può avverarsi se non la correggiamo con l’azione».

Il segretario del Pd non poteva esimersi dall’affrontare il tema delle riforme istituzionali, ribadendo la sua posizione, a cominciare dalla centralità del Parlamento. Nel merito della questione Bersani ha voluto segnalare «un solo punto di preoccupazione» riferito al presidenzialismo: «In un paese nel quale il tessuto unitario fa fatica a tenere, in una fase in cui spingiamo verso un federalismo molto spinto, possiamo affidare l’unico elemento di coesione e garanzia alla contesa politica?». Il riferimento è all’elezione diretta del presidente della Repubblica.

Sull’esito del dialogo sulle riforme, il segretario del Pd Pier Luigi Bersani si è detto «piuttosto pessimista». «In questi giorni – spiega il segretario – ci sono tante parole e tante chiacchiere. Ma non mi pare che ci sia una volontà concreta di partire dal problema numero uno che è quello del lavoro. Finché non sentiremo dire dal governo che il problema numero uno si chiama lavoro continuo ad essere piuttosto pessimista».