La Sibilla Padana ha detto Nì, l’antipasto della “cena degli ossi”. Bossi, Berlusconi: è qui la suspence?

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 4 Gennaio 2011 - 16:09 OLTRE 6 MESI FA

Berlusconi, Tremonti e Bossi

A poche ore dalla “cena degli ossi”, la sibilla padana ha detto nì. Onorevole, ministro, senatur Bossi, ci saranno le elezioni a marzo? La coraggiosa e originale domanda parte dalla folta pattuglia di giornalisti volenterosi e speranzosi di una risposta come un presidio di vu’ cumpra in spiaggia o ai semafori. E arriva l’illuminante risposta dell’uomo che ha di sicuramente in mano, meno certamente in testa, le sorti del governo: “Con questo sole…direi di no. Perché in politica ci sono giorni di sole e giorni senza sole…”. L’uditorio qualificato ed esperto resta attonito e colpito: occorre esegesi ed interpretazione del vaticinio? Ma no, è lampante quel richiamo al “sole”, correre a farne lancio di agenzia e titolo di giornale. Di fronte alla frenesia che l’ultima frase di Bossi scatena l’unica è un moto di solidarietà con il Bossi medesimo: ma che deve dire? Solidarietà e speranza che il Bossi i giornalisti questuanti di parole li prenda un po’ per i fondelli. Impietosito per il formicolio impazzaito di taccuini e registratori, la sibilla padana proverà a chiarire ancora: “Se ci sono i numeri in Parlamento, si fa il federalismo e non si vota, se i numeri non ci sono si va a votare, io spero i numeri ci siano, anzi sono ottimista, di natura…”.

Forte di queste speziate primizie, la cronaca politica di giornata si avvia golosa verso la “cena degli ossi”, quella offerta ogni anno da Tremonti ad una tavolata prevalentemente leghista. Appuntamento per la sera. Ci sarà anche Berlusconi? Dunque, vediamo, potrebbe, tecnicamente potrebbe: è a Milano, ha incontrato Torreggiani, il tempo per arrivare ce l’ha. Ma va o non va? E se va e poi gli domandano? Che gli domandano? Ad esempio i nomi dei diedci deputati dieci che rinforzeranno la maggioranza provenienti da Udc e Idv, meno da Fli. Berlusconi ha fatto sapere di averne telefonati trenta per portarne a casa dieci. Se ci va alla “cena degli ossi”, quelli glielo domandano. E poi sono capaci di mettersi a far di conto: dieci non bastano, dieci più 314 del 14 dicembre fanno 324 in aula. In teoria, ma in pratica son sempre meno. E nelle commissioni parlamentari i conti non tornano. Mesi di vita stentata per il governo, vale la pena? E quindi Berlusconi a spiegare che Confindustria e Vaticano gli hanno detto di evitare elezioni, Berlusconi che non dice ma fa capire che è meglio aspettare l’undici gennaio per vedere se la Corte Costituzionale gli mantiene in vita lo scudo del legittimo impedimento…E Bossi che dice: aspettiamo, facciamo fino a febbraio ma poi non aspettiamo più. E Maroni e Calderoli che contano quando si vota se si aspetta fino a febbraio. E i giornalisti fuori che si chiedono come pesi, se pesa, sullo scioglimento delle Camere la penultima della sibilla padana: quella storia di “cimici” in ufficio e casa di cui ha parlato, in privato, a Maroni ministro degli Interni e che la polizia poi non ha trovato. Che vuol dire, che messaggio è, ed è poi un messaggio? A sera tarda, qualcuno degli “ossi” sarà gettato alla stampa: un sorriso ammiccante, una frase allusiva, un augurio insinuante. Che suspence, appesi alla sibilla padana e al vero menù della “cena degli ossi”.

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