Cosa dice la canotta di Bossi? Che sulle pensioni cederà

Pubblicato il 19 Agosto 2011 - 12:07 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – A proposito di segni, che significato dobbiamo dare alla ormai mitica canottiera di Bossi? Quando l’anziano leader si scamicia è solo per il caldo o è un preciso (per gli ermeneuti specializzati) indizio di direzione politica? Come il polpo Paul, la divisa estiva del Senatur scatena una fobia interpretativa, fondata sul nulla ma ricca di interessanti implicazioni. Per esempio, non è peregrino scommettere che alla fine il leader leghista dovrà concedere qualcosa sul tema delle pensioni. Il territorio, gli enti locali, gli stanno già facendo capire che il sacrificio imposto a comuni, province e regioni, non lo digeriscono proprio. E gli alleati, peraltro divisi su quasi tutto, per non rinnegare la ragione sociale della loro stessa esistenza premono per dare una sforbiciata al welfare, apportando le dovute e già preparate modifiche in Parlamento.

Una canotta che sa di resa, dunque. Sulle pensioni Bossi aveva insultato in pubblico il collega ministro Brunetta invitandolo a “non rompere i c…” e dandogli del “nano di Venezia”. Uno stile da politica in canottiera, appunto. Ma le obiezioni della vittima Brunetta, poi rilanciate sul Sole 24 Ore sono quelle su cui sta lavorando la maggioranza. E’ da tempo pronto un intervento sulle pensioni di anzianità e sull’innalzamento dell’età pensionabile delle donne nel settore privato. Quella era la linea del Piave del Senatur, quella potrebbe essere la sua debacle. A meno che, recuperando un livello minimo di contrattazione politica (senza insulti, pernacchie, dita medie) non riprenda un negoziato all’interno della maggioranza per limitare i danni.

Il problema della previdenza è che a furia di riforme epocali e definitive è sempre un cantiere aperto. In realtà i conti delle pensioni sono stati messi in sicurezza, anche per il futuro. Non spendiamo più degli altri paesi, il 16,7% del Pil. La vera questione è che tra trenta o quarant’anni una platea enorme di aventi diritto avrà una pensione ai limiti dell’indigenza, con una popolazione che invecchierà sempre più a lungo. E’ necessario dare un colpo a quelle aree di vantaggio che premiano certe categorie a discapito di altre. E’ il discorso che Brunetta ha ripreso e che Berlusconi conosce bene. E’ il vero obiettivo in Parlamento del Pdl che non vuole intestarsi una manovra che secondo i detrattori del centro destra “avrebbero potuto fare Prodi o Bersani”.  D’altra parte lo dice anche Berlusconi: “Fossimo stati noi all’opposizione avremmo fatto le barricate”.

Chi sono i beneficiari di queste aree di vantaggio? In primo luogo chi ancora vede calcolata la sua pensione con il sistema retributivo. Sono favoriti anche coloro che approfittando di finestre mobili o sistemi di “quote” accedono alla pensione d’anzianità anticipata. Ultima categoria le donne del settore privato, premiate per bilanciare i supposti svantaggi della carriera lavorativa tra bassi salari e compiti di cura familiare. I rimedi sono già sul tavolo, e verranno riproposti al riluttante Bossi, canottiera o non canottiera. Applicare il sistema di calcolo contributivo, cancellare finestre e quote o andare in pensione prima ma con un assegno più basso. Equiparare l’età pensionabile delle donne all’aspettativa di vita.