Le telefonate della vergogna Lega: “Quel Renzo peggio di Cosentino”

Pubblicato il 5 Aprile 2012 - 16:51 OLTRE 6 MESI FA

Umberto e Renzo Bossi (Lapresse)

MILANO – Al telefono ci sono Nadia Dagrada, responsabile amministrativo della sede di via Bellerio, e Francesco Belsito, l’ex tesoriere della Lega. Una conversazione risalente allo scorso otto febbraio in cui la Dagrada dice: ”Il figlio di lui (di Bossi) che ha certe frequentazioni… altro che Cosentino!”.  Nell’intercettazione, contenuta negli atti dell’inchiesta milanese, Nadia Dagrada in particolare fa anche riferimento alla senatrice Rosy Mauro, dicendo: ”E’ convinta di avere chissà quale potere… Non si rende conto che ormai quest’uomo ha 70 anni… Non ne ha altri dieci davanti, eh!… Per giunta, è vero che continuano a dire ai magistrati di mettere sotto il fascicolo? Ma prima o poi il fascicolo esce eh!”.

Sempre Dagrada poi va avanti con la telefonata: ”Sì è così, perchè quando esce una cosa di questo genere sei rovinato”. E Belsito: ”Quindi tu dici che sarà intervenuto il padre”. E Dagrada: ”E’ intervenuto più Silvio e so che ci sono di mezzo anche alti, ma alti Pd e non è che hanno detto chiudi il fascicolo. hanno detto manda, ci sono 50 fascicoli, quello era il quinto, gli hanno detto inizia a farlo scivolare ventesimo”.

Quindi Dagrada spiega a Belsito che ”il figlio di lui” ha la ”macchina con la paletta”. E Belsito le chiede: ”Ma ce l’ha ancora?”. E Dagrada: ”Certo! Paletta e lampeggiante, ci sono le foto! Prese dalle telecamere per eccesso di velocità per giunta”.

In una telefonata del 29 gennaio scorso inoltre, sempre agli atti dell’inchiesta milanese, Dagrada racconta, sempre a Belsito: ”Però tu al capo (Bossi) precisi la cosa del discorso soldi, che Castelli vuole andare a vedere la cassa e quelli che sono i problemi, perchè comunque tu non è che puoi nascondere quelli che sono i costi della famiglia, cioè da qualche parte vengono fuori”.

Sempre Dagrada: ”Anche perchè o lui, (Umberto Bossi, nota degli investigatori) ti passa come c’era una volta tutto in nero o altrimenti come cazzo fai tu”. Questa telefonata, annotano gli investigatori, è’ ”indicativa sull’ipotesi di riciclaggio, anche mediante l’utilizzo della cassaforte della Lega”. Nell’intercettazione, si legge ancora negli atti, ”si rileva che Nadia parla chiaramente del ‘nero’ che Bossi dava tempo fa al partito. Ovviamente il significato del ‘nero’ è riconducibile alla provenienza del denaro contante che puo’ avere varie origini, dalle tangenti, alle corruzioni o ad altre forme di provenienza illecita e non tracciabile”.

Denaro, scrivono ancora gli investigatori, ”che poi veniva elargito senza lasciare traccia a Bossi ed ai suoi familiari”. Mentre ”d’ora in poi, a maggior ragione con le pressioni di Castelli che vuole controllare le spese, Nadia dice che bisogna trovare altre soluzioni per poter continuare a fare ciò”. Quindi, riassumono gli investigatori, ”invita Belsito a parlare col capo, Bossi, per far allontanare Castelli dal comitato amministrativo di gestione ed evitare così i controlli sui conti e sulle uscite fatte a favore di Bossi e dei suoi familiari… definendoli contabilmente: I costi della famiglia”.