Bossi ‘raffredda’ Calderoli: “Secessione? Non è tempo di spallate”

Pubblicato il 16 Agosto 2010 - 08:15 OLTRE 6 MESI FA

Il leader della Lega Nord, Umberto Bossi

Smentisce il ministro Calderoli che aveva minacciato la secessione in caso di governo tecnico, ricorre a una metafora ‘agricola’ per definire i governi tecnici,  promette aiuto agli allevatori agitati e si tira sostanzialmente fuori dalle polemiche che hanno investito il coordinatore nazionale del Pdl Denis Verdini. Il leader della Lega Umberto Bossi continua a tenere banco durante la pausa di Ferragosto e dal suo rifugio estivo di Ponte di Legno spiega che certamente il Nord non starà fermo a guardare la nascita di un governo tecnico perché sarebbe ”l’inizio del gran casino”, ma di secessione ora certamente non si parla.

Il ministro Roberto Calderoli ha detto e ripetuto che il nord nel caso di un esecutivo non composto dalla maggioranza che ha vinto le elezioni ha il diritto e la necessità di andare via, è vero, ma Bossi spiega che, però, non si tratta di secessione. ”Forse Calderoli ha fatto una minaccia – spiega il leader con i giornalisti chiacchierando a notte fonda – E’ il Consiglio federale che decide quelle robe lì e la spallata non è stata decisa. Calderoli sta attento a quello che dice il Consiglio. Non l’ho mai visto andare da solo”. La via da seguire, anzi da continuare a seguire per il federalismo è quella democratica. ”Io – osserva Bossi – ho ottenuto di portare a casa tutto quello che si può portare democraticamente”.

Per le spallate ”non e’ il momento”. Ora, secondo il Senatur, ”il Nord deve fare due passi; il federalismo e il decentramento”. Certo, ha aggiunto ”poi il Nord puo’ fare tutto” e dato il suo peso a livello europeo, ”se chiede l’autonomia, hai voglia a non dargliela”. Ma cio’ a cui pensa ora il segretario della Lega Nord in caso di governo tecnico e’ la piazza. ”Io penso che se scatta la scintilla – ha concluso – Berlusconi andra’ in piazza e questa volta andra’ con molte persone”.

Quanto all’ipotesi di un governo tecnico nel caso di caduta di Berlusconi Bossi ribadisce il suo no. “I governi tecnici sono come l’anguria: verdi fuori e rossi dentro”, spiega il leader leghista che sul palco era affiancato proprio da Calderoli.

Il Senatùr annuncia poi che porterà una delegazione di agricoltori a incontrare il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Parlando durante un comizio nella serata di Ferragosto   in cui ha ribadito la sua non altissima stima dell’attuale ministro dell’Agricoltura Giancarlo Galan, che non ha mai nascosto la sua contrarietà alla proposta del Carroccio di congelare le multe per le quote latte. ”Galan e’ un po’ arrabbiato perché non è più governatore del Veneto. Ora c’è uno molto migliore, Luca Zaia, che era bravo anche a fare il ministro dell’Agricoltura”, spiega Bossi, il quale ha anche raccontato che quando ha sostituito Berlusconi a presiedere il Consiglio dei Ministri ha negato la parola a Galan quando gliel’ha chiesta.

”La Lega – ha sottolineato rivolgendosi a un gruppo di agricoltori – non vi abbandona anche se non è sempre facile essere con voi. Non lasceremo mai portar via le stalle e le case ai nostri agricoltori. Ho detto che li portiamo da Berlusconi e Tremonti e li portiamo”.

Il segretario della Lega, infine, sceglie di non commentare la relazione di Bankitalia sul Credito Cooperativo Fiorentino, la banca ora commissariata di cui è stato presidente il coordinatore del Pdl Denis Verdini. Bossi si limita a  dire che è ”astuto”. ”Non conosco Verdini abbastanza bene – ha detto – Quando c’è da trattare è abbastanza astuto, difficile da mettere nel sacco”.