Cosentino, La Russa: “Bocchino sbaglia, no a mozione”. Cesaro: “Arrestano anche me?”

Pubblicato il 18 Novembre 2009 - 09:44 OLTRE 6 MESI FA

Il ministro della Difesa Ignazio La Russa assicura che il suo voto non sosterrà l’iniziativa dell’Italia dei valori contro Nicola Cosentino, perché “sarebbe – dice in un’intervista alla Stampa – un’invasione di campo eccessiva da parte della magistratura”. E sottolinea: “Io non so come la pensa Fini, ma so che Bocchino non è il suo portavoce. Non sono d’accordo con il mio amico Italo Bocchino. Io voterò contro la mozione di sfiducia al sottosegretario Cosentino. Non c’é neanche da discutere”.

Sul momento difficile della maggioranza, il coordinatore del Pdl prova a gettare acqua sul fuoco: “Fini non vuole far cadere il governo – assicura – e non pensa a qualcosa di diverso dal Pdl”. Poi, ragiona: “Non so cosa abbia indotto il presidente del Senato a fare una dichiarazione come questa. In questi momenti ci vogliono nervi saldi ed idee chiare. Insomma, calma e gesso”. Perché, osserva, “le elezioni sono l’ultima cosaquando non c’é più la possibilità di governare. Certo, non si possono neanche escludere, ma non si possono neanche desiderare”.

Luigi Cesaro, deputato Pdl e presidente della provincia di Napoli si sente invece “candidato alle manette”. Intervistato al Giornale denuncia la sua situazione e dice: “Il mio caso è in fotocopia a quello di Cosentino”.

Cesaro punta il dito contro la stampa, rea di aver rivelato “atti coperti dal segreto istruttorio” e contro i magistrati, che non lo hanno voluto ascoltare: “A sentire i pm ad oggi non sono nemmeno indagato. Non sono indagato e vogliono arrestarmi, bah, qualcosa non va”.

Per Cesaro le analogie tra il suo caso e quello di Cosentino sono evidenti: “La verità – osserva – è che ci troviamo di fronte a un’offensiva per far fuori una classe politica nuova, fortissima, che è cresciuta insieme e che ha ottenuto successi insperabili in Campania”. E, anche in caso arrivasse alla Camera una richiesta di arresto per lui, non si farebbe indietro: “No, non mi dimetto perché sono stato votato da oltre un milione di persone”.

Cesaro respinge tutti i sospetti sollevati intorno al suo nome e alla sua famiglia e ragiona: “Qui in realtà ci troviamo di fronte a un attacco violentissimo a Berlusconi e a un uomo di sua stretta appartenenza che in Campania ha fatto miracoli”.