Gran caos a Berluscolandia: Governo nel labirinto della fiducia

di Warsamé Dini Casali
Pubblicato il 12 Ottobre 2011 - 12:22 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La Giunta del Regolamento della Camera ha stabilito che la bocciatura di ieri dell’articolo 1 del Rendiconto di Bilancio, interrompe tutto l’iter parlamentare del documento economico finanziario. Quell’articolo rappresenta il presupposto dei seguenti: tecnicamente, la manovra economica non ha ottenuto la fiducia, formalmente, saremmo in piena crisi di governo. Subito dopo la decisione della Giunta della Camera, il Senato ha bocciato a maggioranza la richiesta di sospensiva dell’esame del testo chiesta dall’opposizione che, per protesta, ha abbandonato i lavori. Quindi, in questo momento abbiamo i due rami del Parlamento che deliberano in direzione opposta.

Berlusconi tornerà in Aula domani per ottenere un nuovo voto di fiducia, previsto invece per venerdì. Ma, da regolamento, non si può chiedere il suffragio parlamentare su un nuovo testo: i numeri della manovra, le cifre messe a bilancio sono quelle e non altre. In merito a cosa Berlusconi chiederà la fiducia, in questo momento, non è dato sapere.  Il capogruppo al Senato del Pdl Gasparri assicura che il premier pronuncerà poche frasi di circostanza. In questo delicato frangente, meno dice, meglio è, anche perché, l’agenda dei provvedimenti economici da approvare, è sotto la lente dell’Europa.

Come uscirne? Impossibile dire. In altri tempi, una bella crisi avrebbe potuto togliere le castagne dal fuoco al Governo in carica: era l’unico modo per uscire dall’impasse. Il presidente del Consiglio rimetteva il mandato, il Presidente della Repubblica gli concedeva un’altra chance e, se fosse stato in grado di continuare, un passaggio parlamentare avrebbe sancito la prosecuzione della legislatura. Allo stato attuale, però, Berlusconi a rimettere il mandato non ci pensa proprio, non si fida di nessuno, tanto meno di Napolitano. Che, anche oggi, gli ha chiesto se può contare effettivamente su una maggioranza: non solo con il ricorso sistematico alla fiducia, ma nell’esercizio quotidiano del governo del Paese.