Decadenza, la lettera di Berlusconi: il testo integrale

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Novembre 2013 - 12:17 OLTRE 6 MESI FA
Silvio Berlusconi

Silvio Berlusconi (LaPresse)

ROMA – Questa è la lettera che Silvio Berlusconi ha scritto prima della decadenza per invitare ai senatori di pensare bene prima del voto.

Colleghi senatori, come mi avete già sentito dire io sogno un’Italia in cui lo scontro po­litico non cancelli il rispetto per le persone e per le regole democratiche. Noi e voi sia­mo avversari politici, ma non per questo dovrebbe ve­nir meno il rispetto recipro­co come persone che hanno una dignità e come cittadini che hanno dei diritti. Con voi senatori del Partito de­mocratico, inoltre, abbiamo formato un governo di lar­ghe intese per fermare la crisi economica e varare final­mente delle riforme istituzio­nali. Resto convinto che senza un’autentica pacifica­zione, cioè una legittimazio­ne reciproca fra le grandi for­ze politiche, l’Italia non co­nosc­erà mai quella normali­tà politica che contraddistin­gue la vita di tutti gli altri Pae­si democratici dell’Occiden­te.

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Questo concetto vale an­che per voi, giovani senatori del Movimento Cinque Stel­le. Molti di voi –ne sono certo – sono animati da una auten­tica passione politica e da un sincero amore per l’Italia. Per questo mi appello an­che a voi: non sacrificate mai le vostre ragioni politiche, ma esercitatele sempre nel ri­spetto degli avversari

politici, per quanto distanti sia­no da voi, e per i principi fondamen­tali della democrazia e della liber­tà. Per questo vi chiedo di riflettere davvero nell’intimo della vostra coscienza, anche se il voto è palese, anzi tanto più in quanto è palese, pri­ma di prendere una deci­sione che, più ancora che la mia persona, riguarda la nostra democrazia. Vi chiedo di valutare attenta­mente le nuove prove, le te­stimonianze e i documen­ti che sono emersi dopo la sentenza della Cassazio­ne. Da un punto di vista strettamente giudiziario, queste prove condurran­no necessariamente a una revisione del proces­so, ma da un punto di vi­sta politico impongono in modo incontrovertibile di rimandare il voto del Se­nato sulla mia decaden­za. Sarebbe una macchia incancellabile su questo Parlamento se venisse pre­sa una decisione senza te­ner conto dei nuovi ele­menti che riapriranno il processo togliendo alla sentenza quella «definitività» che è il presupposto ineludibile della vo­stra pronuncia e prima ancora che si esprima la Corte dei diritti del­l’uomo dell’Unione Europea sulla retroattività della legge Severino.

Lasciate che si esprima la magi­stratura sia in Italia che in Europa prima di prendere una decisione che potrebbe successivamente esse­re sconfessata. In caso contrario, vi assumereste una grave responsabi­lità. Far decadere dal Parlamento un leader politico che è stato più vol­te presidente del Consiglio e che ha rappresentato per molti anni l’Ita­lia sulla scena internazionale, manderebbe alla comunità mon­diale un segnale e un’immagine del­l’Italia in cui le divisioni politiche giungono fino al punto di elimina­re un protagonista della politica che rappresenta milioni di elettori. Arrivano persino a calpestare i principi essenziali della vita demo­cratica.

Riflettete dunque, colleghi sena­tori, riflettete prima di prendere una decisione così grave. Non la­sciate che nella vostra coscienza le convenienze politiche del momen­to pr­endano il sopravvento sulla ve­rità e sulla giustizia. Non assumete­vi una­responsabilità che gravereb­be per sempre sulla vostra immagi­ne, sulla vostra storia personale, sulle vostre coscienze. Una respon­sabilità di cui nel futuro dovreste vergognarvi di fronte ai vostri figli, ai vostri elettori, di fronte a tutti gli italiani.