Def. Manovra da 8 miliardi per iniziare. L’eredità Monti

Pubblicato il 12 Aprile 2013 - 09:40| Aggiornato il 9 Gennaio 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Def. L’eredità del Governo Monti. Manovra da 8 miliardi per iniziare. E’ l’ultimo atto del governo in prorogatio, dell’esecutivo senza mandato popolare, senza rappresentanza parlamentare ma che impegna l’Italia e il prossimo Governo pesantemente. E’ la natura del Def (documento di economia e finanza): vi sono contenute le previsioni macroeconomiche, è l’unica piattaforma conoscitiva per decidere eventuali correzioni in corso per il 2013 e per redigere la prossima legge di stabilità (cioè la finanziaria) che ormai abbraccia un arco temporale di tre anni.

8 miliardi di manovra correttiva nel 2013. Nel 2013 servono circa 7-8 miliardi perché alcuni capitoli di spesa non rinviabile non sono compresi nel bilancio, ovvero il finanziamento della cassa integrazione in deroga, delle missioni internazionali e dei contratti degli statali precari.

2015-2017: manovre da 20 miliardi l’anno? Dipende tutto dall’Imu: se come tutte le forze politiche (anche Scelta Civica di Monti) manterranno la promessa di abbattimento della tassa sulla casa (in realtà l’Imu è in sperimentazione fino al 2014, si tratta di confermarla o meno), i numeri, quelli che servono per raggiungere gli obiettivi su deficit e debito, dicono che serviranno la bellezza di 60 miliardi in tre anni. Il voluminoso documento conferma quindi i timori espressi dal responsabile economico del Pd Fassina che imputava a Monti di aver caricato sul suo successore stangate da 20 miliardi all’anno per tre anni.

Sanità e ticket. Anche la sanità potrebbe creare squilibri: la sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato il ricorso a nuovi ticket sanitari peserà infatti non poco sulle casse pubbliche.”Se fossimo a novembre o a dicembre sarebbe sicuramente necessario”un intervento sui ticket ma “ora non possiamo farlo noi perché questo governo può intervenire solo per straordinaria necessità e urgenza”, ha commentato il ministro della Salute Renato Balduzzi. Nei conti erano previsti 2 miliardi di incasso in più. Viceversa a questo punto occorrerà aumentare di analoga cifra la spesa complessiva imputata alla sanità”.

Fosche previsioni. Lo scenario in cui versa l’Italia resta molto problematico. Per il vicedirettore generale della Banca d’Italia Fabio Panetta: “L’economia italiana sta attraversando la crisi più profonda dalla fine della Seconda guerra mondiale e rispetto al 2007 il prodotto interno è sceso di 7 punti percentuali, il numero di occupati di 600.000 unità. I cali di produzione più pesanti sono stati registrati dall’industria manifatturiera e dal settore delle costruzioni» mentre la produzione industriale è «oggi inferiore di quasi un quarto al livello precrisi”.