Dopo l’attacco di Berlusconi e la rettifica di Napolitano, l’entourage del premier minimizza

Pubblicato il 29 Settembre 2009 - 10:20 OLTRE 6 MESI FA

Alle accuse di Berlusconi lanciate dal palco della festa nazionale del Pdl contro l’opposizione – apparentata genericamente alle sinistre extraparlamentari – ha dovuto rispondere il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, segno che le polemiche nate da un comizio dai toni virulenti tipici di una campagna elettorale prematura hanno coinvolto anche i vertici istituzionali.

Se il Capo dello Stato ha ritenuto di dover difendere il ruolo dell’opposizione nella gestione della missione in Afghanistan e sull’appoggio ai militari italiani, l’entourage più stretto del premier si è affrettato a circoscrivere la portata delle pesanti affermazioni e specificandone il mittente.

L’onorevole Cicchitto, capogruppo alla Camera del Pdl, minimizza: «Berlusconi, nella parte polemica del suo discorso, si riferiva chiaramente alla sinistra estrema e non a quella che svolge l’opposizione parlamentare» non tralasciando peraltro di ricordare le intemperanze verbali di Di Pietro. Di fraintendimento parla anche il portavoce Bonaiuti ribadendo il refrain del premier equivocato che si riferiva solo alle frange estreme della sinistra contrarie alla missione. Anche il coordinatore La Russa assicura che Berlusconi è dispiaciuto per essersi fatto scappare la mano: «Mi ha detto che nella foga probabilmente ha contribuito anche lui al fraintendimento».

Resta il fatto che il violento attacco alla minoranza scagliato dal Presidente del Consiglio sembra attenersi a un copione abbastanza collaudato. Una strategia comunicativa giocata su due piani: il capo parte lancia in resta gridando qualsiasi cosa pur di compiacere  un pubblico plaudente ansioso di osannarlo, i colonnelli che subito dopo cantano come un sol coro per ammorbidire, sfumare, circoscrivere a beneficio del dibattito politico e giornalistico. Intanto qualche missile è partito, la normale dialettica parlamentare è sconvolta, qualcuno incassa i profitti di una sparata demagogica senza pagare dazio. Che c’è di male, in fondo era solo un comizio.