Expo 2015, il naso della mascotte si chiama “Guagliò”. Ira Lega: “Nome terrone”

di redazione Blitz
Pubblicato il 4 Febbraio 2014 - 14:00 OLTRE 6 MESI FA
La mascotte di Expo 2015 è un monello Arcimboldo il cui naso si chiama Guagliò

La mascotte di Expo 2015 è un monello Arcimboldo il cui naso si chiama Guagliò

MILANO – Gli hanno dato il nome poco lombardo di “Guagliò” ed ha la forma di una testa d’aglio: è il naso della mascotte ufficiale dell’Expo di Milano 2015 che ha fatto infuriare la Lega Nord. Quel nome terrone sul naso del monello Arcimboldo, simbolo dell’attesissimo evento, scelto con un referendum popolare tra i bambini di tutta Italia, non è stato “digerito” dal Carroccio. Con tanto di nota ufficiale della segreteria:

“Il fatto che Milano e i Lombardi debbano essere rappresentati davanti agli occhi del mondo, in una vetrina a rilevanza globale quale è Expo 2015, da una mascotte con un nome napoletano, è una stupida provocazione per guadagnare i titoli di stampa e l’ennesimo insulto all’identità lombarda”

Ci è andato giù pesante pure Mario Giordano sul quotidiano Libero:

“Al concorso hanno partecipato in tantissimi, è stato detto, in tutta Italia, dal Nord al Sud. Un po’ di più al Sud, evidentemente, ma che ci volete fare? Al Nord sono sempre così sgobboni che non hanno mai tempo per divertirsi”.

E da giorni i padani si sfogano sui social network per “quell’offesa arrecata alla loro identità”. Il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha dato il la: “Mavadaviaiciapp!!!“, ha scritto sul suo profilo Facebook. E giù tutti a imprecare e a indignarsi per quella scelta che coinvolge addirittura i bambini “vittime inconsapevoli della desertificazione culturale identitaria lombarda”.

Emiliana Carletti osserva: “La mente eccelsa (che ha vinto il concorso, ndr) sarà di Napoli”. Chiara Parise cinica aggiunge: “La prossima mascotte: Pummarola”. Katrina Selkis non si capacita: “A Milano? Vergognoso … nemmeno lo capiamo il napoletano… ma la mente superiore che ha pensato ‘sta trovata a dir poco fuori luogo sarebbe chi??? Voglio Il nome di ‘sto violentatore beffardo della nostra tradizione e identità culturale… ci saremmo accontentati anche di una mascotte in italiano, (che tristezza…)”. Paola Gandolfi non si arrende a certe rappresentazioni stereotipate: “Ci identificano sempre con Napoli, sono stufa degli spaghetti, camorra e mandolino. L’Italia è ben altro ed è ora di farlo capire a tutto il mondo”. Andy Branca analizza: “Il Nord è in mano alla camorra ed alla ‘ndrangheta dagli anni ’50 del ‘900 grazie al confino ideato dai giudici. L’Expo è il risultato di loschi appalti arraffati dalle mafie. È normale che al suo interno ci siano i simboli di tali influenze”. E c’è pure chi in alternativa propone: “Chiamiamolo Ambroeus”. Non cogliendo forse il gioco di assonanze: la parola Guagliò al suo interno contiene la parola “aglio”.

Angelo Agrippa, che quegli insulti è andato rastrellando in giro per la Rete, sul Corriere della Sera osserva giustamente:

Non si capisce perché mai non debbano essere i napoletani ad arrabbiarsi, dato che è dal loro dialetto che è stato scelto il nome della mascotte senza ricavarne alcun beneficio. Certo, si sarebbe potuto riparare ad ogni torto invertendo i ruoli: a Napoli l’Expo e alla mascotte il nome di Ambroeus. Ma a questo, evidentemente, gli arrabbiati lumbard non ci hanno ancora pensato.