Federalismo: primo ok al decreto, fisco e sanità andranno alle Regioni. Tremonti: “Processo quasi terminato”

Pubblicato il 7 Ottobre 2010 - 09:44 OLTRE 6 MESI FA

Il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di decreto legislativo sul federalismo fiscale di regioni e province e sui costi standard per la sanità. Lo schema di decreto legislativo dovrà ora essere esaminato dalla Conferenza unificata e dalle commissioni parlamentari, per poi tornare in consiglio. Il decreto accorpa i tre provvedimenti che avrebbero dovuto riguardare il fisco regionale, quello provinciale e i costi e fabbisogni del settore sanitario. In questo modo si conclude il varo dei decreti legislativi del federalismo fiscale, con l’obiettivo di approvare definitivamente la riforma al massimo entro marzo.

In base alle nuove norme le Regioni potranno aumentare l’Irpef dell’1,4% nel 2013, dell’1,8% nel 2014 e del 3% nel 2015, mentre non potranno aumentare l’Irpef per i primi due scaglioni di reddito (dipendenti e pensionati) e nemmeno diminuire l’Irap in caso di aumento dell’addizionale Irpef. Le Regioni, inoltre, potranno anche scegliere di modulare gli aumenti, a seconda degli scaglioni di reddito, salvaguardando però i primi due scaglioni.

Nelle scorse settimane il Cdm aveva gia’ approvato altri tre decreti attuativi del federalismo fiscale. Si tratta di quelli sul federalismo demaniale, di quello su Roma Capitale e di quello sul fisco municipale. Proprio su quest’ultimo oggi pomeriggio era previsto l’atteso parere da parte della Conferenza Unificata. Ma ieri, dopo un incontro tra il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, e i vertici dell’Anci, e’ stato deciso di spostarlo alla prossima settimana.

Sul federalismo ”l’impressione è che stiamo cominciando. In realtà il processo è quasi terminato”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Giulio Tremonti in conferenza stampa parlando del primo via libera dato oggi in Cdm. In realtà, dice Tremonti, ”siamo molto avanti”. Una volta avviato il processo del federalismo fiscale ”ora il governo chiederà la delega per la riforma fiscale”. Ha spiegato ancora Tremonti.

”Il nostro obiettivo è non aumentare la pressione fiscale generale e introdurre meccanismi di controllo della spesa pubblica” anche perchè ”ci sono, fermi i servizi, ampi margini di riduzione della spesa”, ha concluso Tremonti.

Il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli spiega invece che per il finanziamento delle Regioni, dopo il primo via libera del federalismo ”si è data priorità alla loro richiesta sull’iva”. Calderoli, durante una conferenza stampa spiega inoltre che ”alle Regioni si può girare una partecipazione vicina al 45%”. Il ministro in generale evidenzia che invece, per quanto riguarda l’addizionale Irpef, ”lo 0,9% che andrà alle Regioni sarà tolto allo Stato. Quindi non sarà pagato un euro in più. L’addizionale potrà aumentare prima dello 0,5%, poi dello 0,9%, poi del 2,1% con la previsione di una tutela per le categorie protette”.

”Non condividiamo ciò che è stato fatto dal governo per una questione di metodo e dunque di rapporti: solo 48 ore fa, nell’incontro con i ministri competenti, avevamo definito un metodo di lavoro che non prevedeva la riunificazione dei due decreti”: così si è espresso Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni, dopo l’approvazione, da parte del Cdm, di un decreto che riunisce il federalismo fiscale regionale e i costi standard in sanità.