I finiani: “Sì allo scudo allargato per il premier”

Pubblicato il 18 Settembre 2010 - 07:54 OLTRE 6 MESI FA

Anche se il Lodo Alfano dovesse contenere lo scudo “retroattivo” per premier e ministri ”noi non diremmo no”. Parola di Silvano Moffa, il deputato finiano, presidente della commissione Lavoro della Camera, chiamato a svolgere il ruolo di ambasciatore presso i berlusconiani anche per questioni di politica giudiziaria. Il presidente della commissione Giustizia Giulia Bongiorno, infatti, sembra aver optato per un ruolo molto piu’ tecnico.

”E’ chiaro – aggiunge Moffa – che un provvedimento che non abbia efficacia retroattiva difficilmente potrebbe servire al premier. Pertanto non credo proprio che diremmo di no. Stiamo ragionando insieme sull’intero provvedimento, ma da parte nostra non credo che ci sarebbe un no pregiudiziale all’emendamento Boscetto”. Il riferimento è alla proposta di modifica presentata prima dell’estate dal capogruppo Pdl in commissione Affari Costituzionali del Senato, Gabriele Boscetto, con la quale si puntava a sospendere per premier e ministri anche i processi cominciati prima del conferimento dell’incarico. Tale beneficio al momento, nel Lodo, è previsto solo per il Capo dello Stato.

I finiani, poi, avanzano una proposta: la versione migliore sarebbe quella che allargherebbe lo scudo anche ai presidenti delle Camere. ”Probabilmente la versione migliore del Lodo – afferma Moffa – sarebbe quella che prevede la sospensione dei processi per le più alte cariche dello Stato: presidente della Repubblica, premier e presidenti delle Camere. Come prevedeva la precedente versione del Lodo Alfano”. La “lista” dei beneficiati, dunque, potrebbe cambiare. Anche perchè Berlusconi, secondo quanto si racconta nel Pdl, in queste ultime ore avrebbe ribadito la “non-necessità” di inserire nell’elenco i ministri.

Il Cavaliere avrebbe spiegato che, in caso di referendum, i cittadini avrebbero capito meglio un testo allargato solo a Capo dello Stato e premier, anzichè uno esteso anche ai ministri. Nei vari “Lodi” l’elenco dei destinatari dello scudo giudiziario non è stato sempre lo stesso: in quello Schifani-Maccanico si parlava di Presidente della Repubblica, Presidenti di Camera e Senato, presidente del Consiglio e presidente della Corte Costituzionale.

E’ solo nell’attuale ddl costituzionale che si sono esclusi i presidenti delle Camere e si sono tirati in ballo i ministri, facendo leva sul principio del cosiddetto ”primus inter pares”: se lo scudo vale per il presidente del Consiglio deve valere anche per i “suoi” ministri. Esattamente lo stesso principio a cui si è ricorso per eliminare i vertici del Parlamento (”Se si difendono loro lo scudo va esteso anche a deputati e senatori”). Ma trattandosi di una legge costituzionale, confermano i tecnici, tale principio non conta perchè è la Costituzione che verrebbe ad essere cambiata. E non avrebbe senso invocare il rispetto di altri principi costituzionali.

Se il Lodo, comunque, sembra aver convinto, almeno in parte, finiani e Udc, l’opposizione continua a contestare. Il responsabile Giustizia Idv Luigi Li Gotti avverte: così com’è il ddl sospenderà non solo i processi, ma anche le indagini, ”di cui non si saprà più nulla”. Secondo il senatore, infatti, il riferimento che si fa all’articolo 392 del codice di procedura penale è ”inequivocabile”: ”Finchè resta quello non si potranno piu’ fare neanche le indagini”. Si potranno cioè solo assumere le cosiddette prove ”non rinviabili”, ma per tutte le altre si sarà costretti a sospendere. ”Il che – sottolinea – significa non solo bloccare le indagini, ma anche non far sapere più nulla di quanto sta emergendo nei confronti delle più alte cariche dello Stato”.