Guglielmo Epifani: “Berlusconi, niente sconti. Faccia un passo indietro”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Agosto 2013 - 08:37 OLTRE 6 MESI FA
L'intervista a Guglielmo Epifani

L’intervista a Guglielmo Epifani

ROMA – Niente sconto, niente salvacondotto, niente scorciatoie più o meno creative. Guglielmo Epifani non tratta con Silvio Berlusconi: la pena va scontata nei termini previsti dalla legge anche se questo dovesse significare fine delle larghe intese e caduta del Governo.

Il segretario del Pd lo afferma in una lunga intervista al Corriere della Sera firmata da Monica Guerzoni. Il primo no è alla richiesta di agibilità politica:

«Non vedo altra possibilità che prendere atto della sentenza e degli effetti che produce, non ci sono strade ed è anche sbagliato cercarle. Ho preferito usare l’arma della chiarezza prendendomi qualche insulto di troppo, ma con tutto il rispetto che si deve alla storia e ai problemi e spesso anche ai drammi di una parte politica, le sentenze vanno rispettate ed eseguite. Tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, per quanto possa essere dura. In qualsiasi ordinamento democratico il principio di legalità non può mai essere discusso».

Quindi Epifani chiede a Berlusconi di prendere atto della sentenza e di fare un passo indietro.

Il Pdl non mollerà il leader al suo destino.
«Gira un video di Berlusconi giovane che dice che, quando uno fosse condannato per evasione fiscale, deve fare un passo indietro».

Berlusconi deve fare un passo indietro?
«Quello che è giusto fare e che avviene normalmente. Come ha detto lui stesso in quel video. Negli Usa cosa sarebbe successo? Nei Paesi democratici c’è una severità enorme nei reati fiscali e societari».

Richiesta formulata anche in caso di caduta del governo.

E la stabilità del governo? 
«Il principio di legalità in uno stato democratico viene prima di qualsiasi valutazione politica». 

Anche prima dell’esecutivo? 
«È il fondamento. Se annulliamo legittimità e legalità non c’è più nessun caposaldo, per questo bisogna avere una linea rispettosa ma anche molto ferma. Io non vedo altre strade».

Il Pdl ha intravisto un’apertura nelle parole di Napolitano. 
«A me invece è parso assai chiaro, ha detto “non forzate le mie parole”. Non lo si tiri per il bavero, lo si lasci fuori. Lo dico anche a Grillo, le cui parole ritengo inaccettabili e intollerabili». 

Non c’è dunque alcun sentiero, se non per la grazia o l’amnistia, per una riforma della giustizia che porti a qualche forma di salvacondotto? 
«Adesso stiamo parlando del tema in sé, le conseguenze di carattere sanzionatorio della sentenza. E su questo terreno non c’è via di uscita. È chiaro che siamo di fronte a un fatto enorme, però guardiamo anche cosa succede negli altri Paesi. E poi la stragrande maggioranza della opinione pubblica e degli elettori del Pd chiedono che Letta vada avanti, ritengono che vengano prima gli interessi del Paese che quelli di una parte o di un singolo».

Quagliariello ha rivelato un piano per far cadere il governo. 
«Non so, Quagliariello ha notizie che io non ho. Da un lato è prevalsa l’idea di far continuare l’attività del governo, dall’altra invece, giorno dopo giorno e ora dopo ora, lo si tiene in fibrillazione continua. E così un esecutivo che deve pensare agli interessi generali in una fase di crisi profonda, finisce per risentire di questa zavorra che è l’imposizione di temi di parte. Il logoramento del governo è un rischio che il Paese non può permettersi».