I partiti tentano l’autoriforma. Dopo l’Udc la proposta del Pd

Pubblicato il 16 Febbraio 2012 - 20:43 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Non basta un caso Lusi per dire che Tangentopoli non e' finita, non e' l'antipolitica la ricetta per una vera democrazia. Pier Luigi Bersani presenta la proposta di riforma dei partiti del Pd e cammina sul sentiero stretto di chi chiede di ''cambiare difetti e limiti'' della politica difendendo pero' il finanziamento pubblico ''altrimenti diventa un dibattito tra miliardari''. La risposta del Pd e' nella richiesta di piu' trasparenza sia nella vita interna dei partiti sia nei bilanci da certificare con societa' di revisione e sotto la lente della Corte dei Conti.

Luigi Lusi, il tesoriere della Margherita indagato per aver preso piu' di 13 milioni dalle casse del partito, e' il convitato di pietra della conferenza stampa nella quale Bersani e il tesoriere Pd Antonio Misiani schierano il Pd in prima fila per una riforma dei partiti, ''la priorita' numero 1'' nella quale le forze politiche si devono cimentare nell'era Monti oltre che cambiare la legge elettorale e ammodernare le istituzioni.

Bersani non lo nomina, Misiani sottolinea piu' volte come il Pd ''e' l'unico partito con i bilanci certificati da revisori esterni''.

Ma siccome, sostiene Bersani, ''la democrazia non si fa in un partito solo'' serve una 'rivoluzione' condivisa tra le varie forze. Bene l'Udc che ha presentato nei giorni scorsi una proposta, meno il Pdl ''dal quale aspettiamo proposte''.

Perche' alla sfida di una politica nuova, che esca dalla transizione incompiuta della seconda Repubblica, a 20 anni da Tangentopoli e dopo il tramonto del berlusconismo, nessuno puo' sfuggire. ''Dopo Monti – e' l'impegno di Bersani – non ci sara' il manuale Cencelli – se tocchera' a noi avremo un governo ugualmente autorevole con una maggioranza politica univoca e compatta che purtroppo ora non c'e'''.

Un impegno solenne per fugare i dubbi che i partiti valgono meno dei tecnici, unito ad una proposta per una politica piu' pulita e credibile. Nel disegno di legge, che unisce le diverse iniziative del Pd, i partiti diventano associazioni riconosciute con personalita' giuridica che accedono ai rimborsi elettorali solo se rispettano alcuni paletti.

Per evitare che partiti 'fantasma', come la Margherita, prendano rimborsi serve l'elezioni di almeno un rappresentante sotto il simbolo del partito e se la Corte dei Conti rileva irregolarita' nel controllo dei rendiconti, gia' visti da societa' esterne, il finanziamento viene decurtato. Trasparenza si' ma il Pd crede nei rimborsi elettorali a differenza del segretario Pdl Angelino Alfano che oggi annuncia una proposta per il finanziamento all'americana con i contributi privati.

Il Pd rilancia poi le primarie, che certo, come ammette Bersani, possono ''creare qualche disordine'', vedi Genova, ma sono ''un polmone aperto verso la societa' civile''. Sindaci, presidenti di Regione e candidato premier per il Pd vanno scelti con le primarie e l'ipotesi che i rimborsi elettorali siano decurtati del 25% per i partiti che non adottano nel loro statuto in forma stabile le primarie.