Indagini “mutilate” per i reati di criminalità organizzata: il ddl intercettazioni cancella l’articolo 13 su cimici e microspie

Pubblicato il 14 Giugno 2010 - 14:20 OLTRE 6 MESI FA

Cimici e microspie non potranno più essere usate, o saranno usate con molte limitazioni, in tantissime indagini che riguardano la criminalità organizzata. Il testo del disegno di legge sulle intercettazioni, così come è stato approvato in Senato, abrogherebbe l’articolo 13 del decreto legge 203 del 1991: questo articolo stabilisce che  possono essere utilizzate le microspie e le intercettazioni ambientali per tutti i delitti di “criminalità organizzata”, purché ci siano “sufficienti indizi” e nei luoghi di “privata dimora” (cioè nella casa) per il tempo necessario alle indagini. Il dll attuale invece cambia la dicitura “privata dimora” con ogni luogo “privato”: non si potranno mettere microspie per esempio nell’auto o nell’ufficio della persona sospetta. Per poter intercettare nei luoghi privati, bisognerà dimostrare che in quel luogo “è in corso un’attività criminosa”. Circostanza paradossale, visto che nella maggior parte dei casi sono proprio le intercettazioni a svelare lo svolgimento del reato.

In realtà le cimici potranno essere piazzate senza il sospetto di un’attività criminosa, ma solo per tre giorni. Si tratta di un limite temporale che le associazioni di magistrati non esitano a definire “folle”. Le intercettazioni illimitate saranno possibili solo nei casi di mafia e terrorismo. Ma, come hanno fatto notare spesso anche i finiani che premono per le modifiche al testo, molto spesso i reati di criminalità organizzata sono “reati spia” che consentono di arrivare, anche indirettamente, ai casi di mafia. Per “reati spia” si intendono delitti come ad esempio estorsione, riciclaggio e traffico di rifiuti.

Alberto Cisterna, procuratore presso la Direzione nazionale antimafia di Reggio Calabria, afferma che questa legge “cancella la nozione di criminalità organizzata”. Cisterna ricordando invece che la “rivoluzione” dell’articolo 13 (che fu voluto in primis da Giovanni Falcone) “ha sorretto venti anni di investigazioni e ha consentito risultati straordinari”. Poi ha fatto degli esempi di casi tipici in cui le microspie potevano tranqullamente essere piazzate: “Medici prezzolati nel rilascio di prescrizioni medicinali, gruppi di truffatori dediti alle false pensioni di invalidità o allo sfruttamento della manodopera agricola, cordate di funzionari pubblici corrotti, bande criminali dedite a rapine nelle ville, degradanti pratiche usuraie”. Se il ddl sulle intercettazioni diventerà legge, investigatori e inquirenti avranno uno strumento di indagine in meno per combattere questi reati.