Libano, Southstream e Telecom: Wikileaks fa paura anche a sinistra

Pubblicato il 30 Novembre 2010 - 16:40 OLTRE 6 MESI FA

Romano Prodi

I segreti diplomatici che Wikileaks sta diffondendo potrebbero far tremare anche la sinistra italiana, non solo Berlusconi e l’attuale esecutivo. I documenti infatti fanno riferimento soprattutto all’ultimo decennio: e dal 2000 a oggi al governo c’è stata anche la sinistra. Massimo D’Alema, poi il governo  di Amato e infine Prodi dal 2006 al 2008.

E cosa potrebbe impensierire la sinistra italiana? Secondo Il Giornale i motivi potrebbero essere molti.

Il sequestro del giornalista di Repubblica Daniele Mastrogiacomo, avvenuto in Afghanistan nel 2007. Il sospetto di Washington è che per la sua liberazione possa essere stato pagato un riscatto ai talebani.

Southstream, ossia il gasdotto che collega la Russia direttamente all’Italia, non è un affare che tocca solo Berlusconi. Fu proprio Prodi a stringere l’accordo inziale.

Hezbollah: nell’estate 2006 scoppiano le ostitilità tra il partito estremista libanese e Israele. Parte nello stesso tempo la missione Onu Unifil alla quale anche l’Italia partecipa attivamente. Ma a guastare l’impegno italiano agli occhi degli Usa sarebbero alcune foto dell’allora ministro degli Esteri D’Alema a braccetto con un leader di Hezbollah.

Ritiro dall’Iraq. La missione Antica Babilonia finisce nel dicembre 2006. Ma la cosa non sarà risultata gradita all’alleato americano.

Base di Vicenza. Il governo è diviso: da una parte le proteste della sinistra estrema, dall’altra la “ragion di Stato” che impone di non scontentare gli Stati Uniti. Il braccio di ferro sulla base militare americana va avanti mesi e alla fine si risolve con una mozione dell’allora Casa delle Libertà che permette di costruire la base.

Telecom. Dai documenti potrebbe spuntare qualche commento a proposito del dossier Telecom e del piano di riassetto aziendale elaborato dal consigliere di Prodi Angelo Rovati.