Lista Monti: vale al massimo il 15%. Da tecnico salvatore, a stampella politica

Pubblicato il 18 Dicembre 2012 - 11:25 OLTRE 6 MESI FA
Lista Monti: vale al massimo il 15%. Da tecnico salvatore della patria a stampella politica

ROMA – Una lista di Mario Monti, con il professore indicato come leader e candidato premier, varrebbe tra l’11 e il 15%, secondo la forchetta che vien fuori confrontando i sondaggi meno incoraggianti di Ipr Marketing e quelli più favorevoli dell’Ispo di Renato Mannehimer. Una lista che si richiamasse a Monti ma senza il Professore candidato, non avrebbe chance, invece, di superare un modesto 4%: che potrebbe anche sommarsi al 4,5% dell’Udc, ma è tutto qui.

Un Monti federatore del centrodestra, come è negli auspici di Berlusconi, arriverebbe a malapena al 25% (sommando Pdl e cespugli montiani, nel sondaggio del Tg La7)), troppo poco per insidiare un centrosinistra in quel caso  praticamente al 38%. Solo nel caso di una impossibile elezione diretta del premier Monti sarebbe in vantaggio su Bersani (sondaggio Emg).

Fin qui i sondaggi. Se si vuole pesarli, e non solo contarli, i voti virtuali della lista eventuale, ci accorgeremmo che una lista per Monti premier pescherebbe a piene mani nell’elettorato di centrosinistra (e questa circostanza contiene in sé un suo elemento fisiologicamente destabilizzante per gli equilibri attuali). Antonio Noto di Ipr Marketing, calcola che “quell’11% sarebbe costituito da un grosso zoccolo duro del Pd, almeno il 7%, più un 3% di Pdl e un altro punto da recuperare da altre forze”.

Anche ammettendo un risultato più largo, in prossimità del 15%, il professore, in ogni caso, si troverebbe “tra l’incudine e il martello”, segnala Alessandra Ghisleri di Euromedia Research, “con una capacità di incidere molto limitata”. Euromedia Research aggiunge un dato importante: la fiducia personale di Monti è scesa dal 60%   di inizio mandato, al 40% attuale.

Venti punti percentuali di spread negativo in termini di consenso che contrastano con il 51% di fiducia riscontrato dall’Istituto Piepoli: ma è un 51% fondato sulla neutralità incarnata dal professor Monti, il suo essere superpartes che un’eventuale coinvolgimento diretto nella battaglia politica farebbe presto ad evaporare. Il verdetto dei sondaggisti è unanime su un punto: non ha chance di guadagnare una maggioranza affidandosi al giudizio degli elettori. “Questo mai – sentenzia Mannehimer – si potrebbe alleare, io credo, col Pd, ma a quel punto Monti diverrebbe per il Pd, un vero problema, date le alleanze già sancite”. Insomma, la lista può aspirare al ruolo di stampella politica di Bersani. Ne deriverebbe un Monti, per concludere, ridimensionato da salvatore della Patria a gregario.