Mafia, Berlusconi indagato? Libero lo tira in ballo, pm smentiscono

Pubblicato il 28 Novembre 2009 - 17:35| Aggiornato il 29 Novembre 2009 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

Berlusconi è indagato per mafia, anzi no. L’indiscrezione era stata diffusa nei giorni scorsi da Il Giornale e da Libero: i due giornali vicini al centrodestra avevano ipotizzato che il premier e Marcello Dell’Utri potessero essere iscritti nel registro degli indagati per le stragi di Firenze del ’93 e del ’94.

La voce è stata seccamente smentita dal procuratore capo di Firenze Giuseppe Quattrocchi, che ha riferito che «non ci sono iscrizioni di questo tipo».

I quotidiani che avevano diffuso i rumors avevano parlato esplicitamente di “complotto” ai danni del Cavaliere: il Giornale citava la testimonianza del pentito Gaspare Spatuzza, che aveva tirato in ballo il premier, «dopo – dice il giornale diretto da Feltri – che le accuse nei confronti di Berlusconi erano state smontate in processi passati».

Da parte sua, il presidente del Consiglio ha reagito prima in maniera ironica, dicendo di occuparsi di mafia solo «con le barzellette».

La seconda reazione è stata decisamente più sdegnata: il premier ha definito «infondate ed infamanti» le indiscrezioni su un suo presunto legame con la mafia. «Non capisco – ha aggiunto Berlusconi – come si fanno a pensare cose del genere e quali sarebbero state le mie motivazioni».

Il Cavaliere si è poi spinto oltre, arrivando a citare persino una delle serie televisive di maggior successo sulla criminalità organizzata: «Se trovo chi ha fatto le nove serie de La Piovra e chi scrive libri sulla mafia che ci fanno fare una bella figura lo strozzo».

I protagonisti del serial hanno risposto a questa provocazione: Michele Placido ha ricordato al premier che la fiction “Il capo dei capi”, che parla dei boss di Cosa Nostra, è stata trasmessa sulle reti Mediaset. Lo sceneggiatore de La Piovra, Stefano Rulli ha detto che è «un riconoscimento» essere ricordati dopo tanti anni.

Anche Dell’Utri ha risposto in maniera piccata alla sua presunta iscrizione nel registro degli indagati: per il senatore del Pdl l’accusa di aver fatto da interfaccia tra politica e mafia «è offensiva oltre che demenziale» ed è «un collegamento fantasioso nato dalla mente non equilibrata di qualcuno».