Manovra, Schfani avverte: “Non toccare i diritti fondamentali come la sanità”

Pubblicato il 17 Giugno 2010 - 11:49 OLTRE 6 MESI FA

Renato Schifani

Secondo il presidente del Senato Renato Schifani la manovra non deve intaccare i diritti fondamentali dei cittadini, come quello alla salute. Le parole di Schifani riprendono il tema messo in evidenza negli ultimi giorni dai governatori italiani (sia del centrodestra che del centrosinistra), che si erano lamentati per gli eccessivi tagli previsti dalla manovra.

Schifani ha detto che “la riduzione strutturale della spesa pubblica non è rinviabile, né sono più accettabili sprechi e privilegi. Ma i sacrifici, pur necessari, non possono intaccare le tutele fondamentali, come quella della salute che rappresentano sul piano della giustizia e dell’equità la difesa dei più deboli ed emarginati”.

Il presidente del Senato ha anche assicurato che “La manovra all’esame del Senato non può che essere aperta al confronto parlamentare e il mio impegno sarà quello di garantire a tale confronto i giusti tempi perché esso sia ampio e costruttivo”.

Sempre sulla materia della sanità, il presidente del Senato ha osservato che gli sprechi “vanno eliminati con fermezza, ma garantendo la tenuta degli standard qualitativi e collettivi del servizio pubblico al quale si rivolgono anche le fasce sociali meno abbienti e quindi meritevoli di particolare e doverosa attenzione e tutela”. Stessa attenzione va riposta al comparto della pubblica sicurezza “garantita sino ad oggi con grande spirito di abnegazione e professionalità da tutti gli operatori del settore”.

Pur riconoscendo che l’economia sociale di mercato si realizza “anche grazie al sano protagonismo del volontariato e del privato”, Schifani ha però osservato che “il servizio pubblico rappresenta una garanzia essenziale perché le disuguaglianze sociale ed il divario tra ricchi e poveri non diventino mai una discriminazione inaccettabile”.

Prima di Schifani aveva parlato il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, che aveva parlato di un’intesa vicina tra Stato e regioni, ma che poi ha aggiunto: “Le regioni riflettano su sè stesse”. Il ministro si era chiesto: “Non hanno davvero nessun ente da sciogliere, nessuna agenzia tra le tante prodotte in questi anni? Nessuna azione di dimagrimento da fare? Sono davvero esenti dalle esigenze che lo Stato avverte e ci hanno portato allo scioglimento di 15 enti in questa manovra? Questa credo sia la riflessione che anche le regioni devono fare”.