Mario Monti farà la lista? Giornali divisi, partiti ansiosi, Napolitano deluso

Pubblicato il 17 Dicembre 2012 - 12:57 OLTRE 6 MESI FA
Mario Monti (LaPresse)

ROMA – Mario Monti farà la sua lista o no? Di sicuro parlerà ufficialmente il 21 dicembre, la rituale conferenza stampa di Natale organizzata dall’Ordine dei Giornalisti è stata appena confermata. Pronostici e vaticini lasciano il tempo che trovano. Per il Corriere della Sera farà un elenco delle cose fatte e delle cose non fatte (per colpa dei partiti che lo sostenevano), cioè si limiterà all’offerta della sua agenda governativa, mettendola a disposizione degli uomini di buona volontà che ne intendano raccogliere il testimone: quindi niente lista, se qualcuno vorrà farne intestandola al suo nome e al su programma sarà libero di farlo.

Secondo La Stampa, invece, i professore sarebbe più che tentato di scendere in campo direttamente per non disperdere il lavoro di questi 13 mesi: quindi lista, ovvero discesa nell’agone politico smettendo i panni della neutralità con cui ha vestito l’esperienza dell’esecutivo a trazione ibrida della strana maggioranza. E’ la soluzione che in molti invocano ma che altrettanti rifiutano, a cominciare dal Capo dello Stato che, sempre secondo La Stampa, sarebbe rimasto deluso dal colloquio di ieri con Monti (“Così si rovina quell’esperienza”).

In ogni caso, del colloquio, davvero interlocutorio, non è dato sapere altro. Sospesi, nel limbo di chi attende un risolutore se non proprio un Messia, soprattutto nel centrodestra, con i pidiellini travolti e minacciati dal ritorno di Berlusconi e i centristi, da Casini (e Fini) a Beppe Fioroni fronda cattolica nel Pd). Come osserva Sergio Romano sul Corriere della Sera, la caccia alle scialuppe di salvataggio di chi voglia scampare al naufragio del Titanic Pdl, rappresenta l’ultima possibilità per accasarsi in un nuovo contenitore politico.

La doppia sortita di Berlusconi (attraverso zig zag, frenate improvvise e impulsive accelerazioni), basta Monti mi presento io, seguito da Monti riunisca i moderati e io mi faccio da parte, sintetizza (ma non semplifica) la strategia Pdl. Pensiamo all’ex ministro Brunetta che ieri via tweet scriveva, “Monti è ok. La sua agenda è la nostra”: solo 4 giorni prima dichiarava che averlo sostenuto non solo era del tutto sbagliato “ma anche spaventosamente negativa per l’Italia e il Pdl”. Le oscillazioni del gusto, diciamo così, acuiscono le ansie degli esponenti Pdl, specie quelli con una qualche autonomia da Berlusconi.

Se Monti, come è probabile farà quando parlerà agli italiani, delimiterà il suo campo escludendo demagoghi e populisti (il Berlusconi che già annuncia la soppressione dell’Imu), gli Alemanno e i Formigoni, i Lupi e i Frattini, i Gasparri, Cicchitto ma anche Polverini ecc…  faranno a gara per salire sulla eventuale scialuppa del premier. Imbarcati insieme a Montezemolo e Casini, sponsor della prima ora di Monti, non rischiano di appesantire troppo la scialuppa riducendola in una zattera della Medusa? Vale la pena