Marrazzo, “Adesso voglio solo sparire”. Il colloquio e il pianto con la famiglia

Pubblicato il 25 Ottobre 2009 - 20:20 OLTRE 6 MESI FA

«Ho sbagliato e pagherò. Ora voglio solo sparire, sparire a lun­go». UnPiero Marraz­zo irriconoscibile: barba lunga, le oc­chiaie profonde di chi non ha dormi­to neanche un minuto, un maglione blu stropicciato al posto della solita giacca. Prostrato, debilitato.

Sono, queste, le ultime parole pro­nunciate da Piero Marrazzo prima di allontanarsi definitivamente dall’atti­vità politica e istituzionale. Pochi mi­nuti prima aveva pronunciato le paro­le più difficili del suo mandato di go­vernatore: «Ho deciso di autosospen­dermi immediatamente e ho conferi­to al vicepresidente Montino la dele­ga ad assumere la responsabilità di governo e di rappresentanza, rinun­ciando a ogni indennità e beneficio connessi alla carica. Ho detto la verità ai magistrati prima che la vicenda fos­se di dominio pubblico. Si tratta di una vicenda personale in cui sono en­trate in gioco mie debolezze inerenti alla mia sfera privata». 

Anche venerdì ha fat­to lo stesso, è uscito dalla Regione so­lo dopo mezzanotte: destinazione Col­le Romano, una comprensorio di lus­so lungo la via Tiberina, a dieci chilo­metri da Roma, dove aveva abitato a lungo con moglie e figlia in un villino adiacente a quello dei suoceri. Lì lo aspettava sua moglie, la giornalista del Tg3 Roberta Serdoz. Un saluto freddo prima della con­fessione. Un colloquio andato avanti fino all’al­ba nel tentativo di ricomporre quello che, inevitabilmente, era andato in frantumi. Poi Roberta è andata a dormire nel villino vicino, quello dei genitori, do­ve era rimasta la figlia. L’aveva porta­ta lì per proteggerla dalla tensione, dalle discussioni, dai chiarimenti ne­cessari. Piero Marrazzo è uscito poco dopo l’alba con l’auto privata per andare a incontrare la fi­glia più grande, già maggiorenne. Roberta Serdoz ha deciso di abbandonarlo e di partire per qualche giorno con la loro figlia di otto anni. E adesso, a tutti i giornalisti che tentano di contattarla, chiede rispetto: «Non fatemi dire altro, potete capire come mi sento».

Per l’ultimo appuntamento isti­tuzionale, Piero Marrazzo ha scelto una sede non istituzionale, Villa Picco­lomini, dove prima di dettare alle agenzie la nota sulla sua autosospen­sione ha sussurrato ancora agli amici: «Sono pentito, ho sbagliato e adesso sono pronto a pagare. Mi è crollato il mondo addosso, di colpo. E non vo­glio farmi vedere in giro almeno per un po’, non voglio apparire, non vo­glio dichiarare nulla: tutto ciò che chiedo, adesso, è sparire. Basta, voglio sparire».