Ruby. Marysthell Polanco e il prefetto. “Mi manda Berlusconi”

Pubblicato il 27 Gennaio 2011 - 09:43 OLTRE 6 MESI FA
Marysthell Polanco

Marysthell Polanco

Chiamano Maria Esther Garcia Polanco, una delle giovani ospiti delle feste di Arcore, per darle il telefono del prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi. La telefonata parte esattamente da Palazzo Grazioli, secondo quanto emerge dai nuovi atti trasmessi dalla Procura di Milano alla Giunta per le Autorizzazioni della Camera sul caso Ruby. E’ dicembre scorso, qualcuno le dice: “Le dovevamo far sapere di quell’appuntamento con il prefetto Lombardi…”.

La ragazza chiama così il prefetto, ma dalla segreteria non glielo vogliono passare. La Polanco insiste: ”Questo numero me lo ha dato Berlusconi”. E ancora: “Chiamo per conto di Berlusconi, datemi il passaporto”.

Così Gian Valerio Lombardi arriva subito al telefono e fissa un appuntamento alla ragazza per il 13 gennaio spiegandole che può entrare ”direttamente in Prefettura con la macchina”. Presumibilmente l’appuntamento sembra che sia stato preso per ”qualcosa che riguardi la sua cittadinanza”. Sette, invece, i contatti telefonici intercettati tra i due ma la Polanco non avrebbe ottenuto il documento richiesto. Stavolta, stando alle carte dell’accusa, Berlusconi sarebbe stato previdente e invece di chiamare o di mandare la Minetti, avrebbe dato solamente il numero.

Ma sulla dominicana c’è di più. Nella cantina di casa sua in via Olgettina 65, sono stati sequestrati due chili e 800 grammi di droga. Secondo gli inquirenti, gli stupefacenti sarebbero del convivente della giovane, Ramirez Della Rosa, che è stato trovato alla guida di una Mini-Cooper di proprietà di Nicole Minetti.

Secondo le carte, Ramirez Della Rosa avrebbe usato l’auto della Minetti mentre quest’ultima si trovava in vacanza alle Seychelles. Ma sarebbe stato proprio Ramirez, al quale in un altro appartamento a via Portaluppi hanno trovato altri 10 chili di droga, a suggerire ”a Nicole”, di fare ”una denuncia della macchina”, presumibilmente di furto.