Milleproroghe: maggioranza senza numeri, andrà alla Camera senza il relatore

Pubblicato il 18 Febbraio 2011 - 11:57 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La maggioranza non ha i numeri nelle Commissioni per votare il decreto milleproroghe che andrà così in Aula senza il relatore. Lo ha deciso l’ufficio di presidenza delle commissioni congiunte Bilancio e Affari Costituzionali della Camera, che ha stabilito anche che si intendono respinti per l’aula tutti gli emendamenti.

Il testo del decreto andrà così in Aula martedì con il testo passato al Senato. Nell’ufficio di presidenza ”si è preso atto – ha spiegato Marco Marsilio (Pdl) – che non c’erano le condizioni per una votazione che abbia un senso”. Le opposizioni potevano infatti contare su un voto in più rispetto alla maggioranza.

Il testo del decreto arriverà quindi, insieme agli emendamenti presentati in commissione, martedì in Aula a Montecitorio, dove a riferire saranno i presidenti delle due commissioni, Giancarlo Giorgetti e Donato Bruno. E’ probabile che sul decreto (che scade il 27 febbraio) venga posta la questione di fiducia. La situazione che si è creata nelle commissioni congiunte è stata determinata dall’auto-ostruzionismo della maggioranza, con tutti i deputati di Pdl e Lega iscritti a parlare.

Nelle due commissioni infatti i numeri per la maggioranza erano in bilico: nella commissione Bilancio il Pd aveva un voto in più (25 a 24) con l’arrivo di Renzo Lusetti (Udc) dalla commissione Cultura; mentre alla Affari istituzionali c’era la parità vista l’assenza del deputato Svp Karl Zeller.

Ora la maggioranza chiede un riequilibrio della composizione delle commissioni, mentre le opposizioni interpretano la decisione dell’ufficio di presidenza nella presa d’atto che non c’è una maggioranza parlamentare. ”La formazione tecnica della I e della V commissione non rappresenta la maggioranza parlamentare. L’aula dimostrerà che la maggioranza parlamentare esiste”, ha commentato Massimo Corsaro (Pdl).

Quella di venerdì ”è una presa d’atto che non c’è una maggioranza politica nelle commissioni chiave. Dal punto di vista parlamentare e politico registriamo una difficoltà molto forte della maggioranza”, ha detto Michele Ventura (Pd). ”Credo che questo decreto sia il punto più basso del degrado istituzionale del nostro Paese perchè ci sono norme non vagliate nè dal Senato nè dalla Camera e questa è uno sfregio mai visto”, ha aggiunto Antonio Borghesi.