Montezemolo scelto come alternativa a Berlusconi dai lettori di Repubblica e Espresso. Un po’ meno dai redattori

Pubblicato il 25 Dicembre 2010 - 11:35 OLTRE 6 MESI FA

Con un po’ di imbarazzo, il quotidiano la Repubblica conferma la straordinaria popolarità di Luca Montezemolo e l’ampia fiducia di cui gode presso il pubblico di sinistra. Il dato emerge da un sondaggio esclusivo, commissionato dal giornale alla società di ricerche Demos & Pi e presentato sotto l’intestazione di Atlante politico.

Il risultato del sondaggio è clamoroso, perché fra dieci nomi che non si capisce se detti spontaneamente o suggeriti, alla domanda “che voto darebbe da 1 a 10”, Montezemolo riceve un voto da 6 a 10 dal 53,4 per cento degli intervistati. È la prima volta che il nome di Montezemolo compare nel sondaggio, non si sa se perché in precedenza gli intervistati non lo avevano fatto o se perché i committenti, per qualche misteriosa ragione, lo avevano escluso. Il secondo della lista è Tremonti, che segue a una distanza di dieci punti (solo 426 dei mille interpellati gli hanno dato un voto superiore a 6, ma la volta precedente erano 32 di più) e il terzo è Nichi Vendola, in calo di 58 approvazioni a quota 417.

Perdono colpi quasi tutti gli altri della lista, Casini, Bersani, Di Pietro, Grillo, Bossi, tracolla Fini, da 386 a 291 (-9,5) , risale ma di poco Berlusconi, da 324 a 350 sufficienze.

La cosa cospicua della presentazione che ne fa Repubblica è la scelta del titolo, che invece di puntare sull’exploit di Montezemolo ci annuncia una cosa inutile: “Sondaggio: per due su tre la legislatura durerà”. Quella di Repubblica è una redazione di prim’ordine, non possono non sapere che la durata della legislatura non dipende dall’opinione che ne hanno i cittadini e che quindi si tratta i una non notizia.

Anche il testo è strano, perché nasconde il risultato riguardante Montezemolo in mezzo ad algoritmi elettorali e lo presenta non come una notizia ma come una eccezione: “Si riduce di circa tre punti rispetto a un mese fa l’apprezzamento per l’esecutivo (27%) e tende a diminuire, in generale, la fiducia per i leader politici, in una graduatoria che vede ai primi posti Tremonti (43%) e Vendola (42%). E’ forte soprattutto la flessione di fiducia per Fini (29%): rispetto all’inizio dell’anno i suoi consensi si sono dimezzati. Fanno eccezione Berlusconi (in lieve risalita, al 35%) e Montezemolo (53%), percepito come estraneo al ceto politico”.

Più esplicita la notizia sul sito internet Repubblica.it: “Giù la fiducia per il governo. Colpo all’appeal di Fini. In lieve risalita l’apprezzamento per Berlusconi. Montezemolo al top fra i leader. La base Pd fredda sul Terzo polo”.

Il sondaggio di Repubblica trova una eco meno formalmente corretta e più spontanea ma altrettanto indicativa nel sondaggio che, sembra quasi a malincuore, ha proposto il settimanale l’Espresso il 25 novembre e che, nonostante l’impostazione del quesito, ha rivelato una indiscutibile preferenza per Montezemolo da parte dei lettori. Il titolo del sondaggio non è certo amichevole, anzi quasi spregiativo: “Luchino in politica: iattura o benedizione?Montezemolo dice di ‘voler fare qualcosa per il Paese’ e si pensa che entrerà in politica. Che giudizio ne dai?”. Il risultato però è forte: su 2.547 risposte on line pervenute al server dell’Espresso entro le 9.43 del 25 dicembre 2010, 1.397 persone hanno cliccato sulla voce: “Molto positivo: è una ventata innovativa oltre i vecchi steccati ideologici”.

Anche in questo caso i lettori, indubbiamente di sinistra più o meno moderata, hanno travolto l’ostilità più o meno dissimulata della testata, confermando i risultati di altri sondaggi, on line e con ricercatori professionali, fatti sotto la precedente direzione.