Napolitano ricorda Gianni Agnelli: “Era un uomo libero, senza pregiudizi”

Pubblicato il 13 Gennaio 2013 - 10:28 OLTRE 6 MESI FA
Gianni Agnelli

ROMA – ‘‘Io e l’Avvocato? Fu l’America a farci incontrare, la prima volta. Lo ricordo benissimo. E da allora è nato un rapporto di curiosità, di simpatia e di dialogo che è andato avanti negli anni. Anni e ricordi nei quali sono entrati, in varie circostanze, personaggi internazionali come Henry Kissinger, Katharine Graham e Margaret Thatcher”. A dieci anni dalla morte dell’Avvocato, il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, intervistato da Repubblica, ricorda il primo incontro con Gianni Agnelli, a New York nell’aprile del 1978.

Un incontro che ”rappresentava un inedito o quasi, perchè credo che fino a quel momento l’Avvocato conoscesse di persona pochissimi esponenti nazionali del Pci”. ”Agnelli non era un uomo dogmatico, né chiuso nel suo ruolo, semmai il contrario. Aveva una varietà di interessi e di orizzonti abbastanza rara. E soprattutto a me e’ sempre sembrato un uomo assolutamente libero, mai frenato da vincoli o pregiudizi sulle appartenenze partitiche. Aveva un interesse autentico per le persone, per la conoscenza diretta delle persone”, afferma Napolitano.

”Aveva un rapporto straordinario con gli Usa, di conoscenza e di intimità, e lo ha usato a favore dell’Italia in più occasioni”, sottolinea il Presidente. E’ stato, per gli americani che contano, il volto di un’Italia moderna, non provinciale”. ”Con lui, magari a cena, non ci si annoiava mai. Era un gran conoscitore del mondo, e interessato all’evoluzione di quello strano animale che era il Partito comunista italiano”, prosegue Napolitano. ”Mi interessava la libertà delle nostre conversazioni, che non avevano secondi fini”.