Pannella lancia un appelo su Facebook: “No al voto, un dovere aiutare le istituzioni”

Pubblicato il 5 Febbraio 2011 - 16:36 OLTRE 6 MESI FA

Marco Pannella

ROMA – Marco Pannella pubblica su Facebook un post per dire che si deve evitare di andare alle elezioni anticipate e che è un dovere di tutti “aiutare le istituzioni”. Di seguito riportiamo integralmente ciò che è stato scritto dal leader dei Radicali.

«Premessa e qualche risposta, informazione e chiarificazione. Utili anche per tanti nostri cari, poveri, mostriciattoli, ululanti dal fango partitocratico. Che manifestamente ne abbisognano 🙂 M.P.

Omnia immunda immundis. Tutto immondo a occhi immondi; e se non riesce loro di mostrare solo immondizie, sgomenti impazziscono. Così, sperando di legittimare probabilmente la propria condizione sul presupposto che tutto il mondo, non solo loro, sia immondo, hanno urgenza assoluta di affermare che, dietro l’apparenza rara del «pulito», non ci sia altro che l’inganno dello sporco. Così s’illudono di legittimarsi, di ripulire potenzialmente anche se stessi 🙂 Stop.

1) A 81 anni il massimo di pubbliche responsabilità che nella mia vita ho ricoperto – università a parte – sono stati cento giorni da Presidente della Circoscrizione di Ostia :-)). Per il resto, non sono nemmeno semplice Cav. della Repubblica; e resto soldato semplice da 57 anni, in congedo nemmeno come caporale. Sono nullatenente. Da poco, ma lo sono! Ho venduto tutto, cioè le eredità. Poiché adoro la (mia) vita, ritenendomi in vacanza dal 1° gennaio al 31 dicembre, non sono stato così cretino da mettermi in vacanza dalle vacanze! Da decenni vivo come e perché questa mia vita da radicale mi colma, m’appassiona, e riconosco nella gente comune la stessa mia cifra di persona comune. Come Radicali, nel frattempo, abbiamo anche ricoperto, con grande onore e merito, qualche alta responsabilità istituzionale. Non io, perché ho ritenuto finora che mie responsabilità di «partito» mi e ci fossero più ambiziose, utili e opportune per tutti.

2) Nel periodo 1994/96 Berlusconi ci è stato alleato. Non avendo noi accettato responsabilità di governo (pur da lui offerte) l’alleanza fu sempre basata esclusivamente sulle tante nostre grandi iniziative referendarie e specifici obiettivi politici del momento. Poi sostanziale allontanamento e, infine, rottura. Non da noi, ma da Berlusconi legittimamente operata e reiterata. Anche oggi come ieri, con tutti, alleanze o intese (ad esempio, la Rosa nel Pugno) si sono avute con il convergere su obiettivi innanzitutto notoriamente radicali, «nostri». Radicale riforma anglosassone-americana, radicale riforma della giustizia, diritti umani e nonviolenza le nostre linee portanti. Su questa base, alleanze strategiche o incontri tattici, chiunque – volendolo – ci ha incontrato e ci incontrerà, per altri importantissimi obiettivi di congiunture storiche. Una volta raggiunti, arrivederci, con affetto; e nulla più.

3) Il 1° gennaio 1981 m’accadde di fare un intervento, una sorta di discorso su un mio «Lo Stato dell’Unione». Dichiaravo di essere consapevole che la vita sembrava potermi mettere in condizioni di «riserva della Repubblica»; precisavo che proprio l’impegno storico di «parte radicale» poteva portarmi a dovermi candidare anche a massime responsabilità esecutive dello Stato. Da federalista anti-nazionalista quale convintamente ero e sempre più sono, nel disastro non solo italiano ma anche europeo e «occidentale», continuo – anzi, ancor meglio, torno a sentirmi, nella eventuale necessità, a ciò disponibile, pronto. Oggi m’appare comunque probabile che potrò concludere la mia già lunga esistenza, da militante e esponente storico del Partito Radicale; e ne sono colmo, commosso, felice, vivo.

4) Ma resta certo teoricamente possibile ch’io mi trovi invece un giorno a dover «nominare» ministri; della giustizia o d’altro; così come a Emma e – sicuramente – anche ad altra o altro di noi; senza escludere di essere eletti o nominati ad altre congiunturali responsabilità istituzionali, ma certo non oggi. Oggi escluderei che sia realistico immaginarlo, accettarlo nell’attuale o altro governo Berlusconi. Ma sono fermamente convinto che sia metodologicamente necessario, democratico, dovere civile aiutare anche le istituzioni disastrate, tutte; e far durare la legislatura più in là che possibile, se possibile fino alla fine. La «alternativa» di elezioni anticipate non è tale, ma disastrosa e sintomatica: oltre tutto, avremmo elezioni assolutamente antidemocratiche, fuori legge, di stampo «CL-PD», di regime violentemente truffaldino, come e più di quello – ad esempio – lombardo-formigoniano, alla Bruti Liberati per intenderci. Ed è proprio quello che si vuole, istintivamente.

PS: come molti di voi sanno, non sono assolutamente in grado di rispondervi. Assicuro però che tutte le risposte (possibilmente di non oltre 10/15 righe di 60 battute), gli interventi, i vaffa e ailoveiù compresi, li leggerò personalmente, come ho già fatto per almeno 25.000 msg. Ogni 300/400 mi richiedono una buona parte della notte. Ma sono davvero grato di potervi leggere 🙂

Ciao! Marco».