Pd federale di Prodi? Serracchiani: “Un errore rinunciare alle primarie”
Pur condividendo l’esigenza di dar maggiore voce ai territori, Debora Serracchiani esprime “forti dubbi” sulla proposta di Prodi a proposito dell’impianto federale del Pd, in particolare sulla rinuncia alle primarie. «È sotto gli occhi di tutti – ha detto l’europarlamentare e segretaria regionale del Friuli – ed è generalmente condivisa, la necessità di un nostro maggiore radicamento. Affidare questo compito ai segretari regionali mi sembra una conseguenza naturale, se si vuole tener conto delle specificità territoriali e dar loro una voce più forte e adeguata di quanto avvenuto finora».
«Le considerazioni di Prodi – ha precisato la segretaria regionale del Pd in Friuli – hanno un loro rilievo soprattutto se vi leggiamo in filigrana la questione del nord con l’annessa sfida del Pd per riconquistarne la contendibilità».
«Forti dubbi mi sorgono sulla soluzione proposta da Prodi – ha proseguito Serracchiani – di rinunciare alle primarie a livello nazionale, che sono uno dei punti di forza del Pd, e che anzi potrebbero rappresentare il necessario riequilibrio del centro a fronte di una crescita del quoziente federale del partito. E ovviamente, – ha aggiunto – dato che la politica cammina sulle gambe dei politici, vedo il rischio di una banale moltiplicazione dei poteri, per venti e in senso personalistico, con i poteri che si trasformano in potentati».
«Penso che si debba accentuare di parecchio l’impronta federalista che già ci siamo dati – ha sottolineato Serracchiani – ma che sarebbe sconsigliabile mettere mano, stravolgendola, alla struttura di un partito ancora adolescente. Gli spunti di Romano Prodi non sono affatto banali e meditarci su con attenzione può fare solo che bene». Serracchiani conclude rivolgendosi al segretario nazionale Pierluigi Bersani: «Ha riconosciuto gli elementi positivi contenuti nella riflessione di Prodi, mi aspetto che partano presto azioni concrete per migliorare il radicamento e rafforzare la struttura federale del partito».
