Pdl, la doppia sfida di Berlusconi: quella sul partito e quella sul governo

Pubblicato il 11 Aprile 2011 - 20:47 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – L’ordine di scuderia è serrare le fila e ricompattare il partito in vista del tour de force di votazioni sul processo breve, che da martedì riprenderanno il via alla Camera, e delle prossime elezioni amministrative. Ma al di là dei comunicati ufficiali, in cui tutti invitano alla coesione e ad abbassare i toni, tra le anime del Popolo della Libertà la tensione resta alle stelle. Una serie infinita di malumori, prese di posizione e botta e risposta tra ex Fi ed ex An che non piacciono a Silvio Berlusconi alle prese anche con i ‘Responsabili’ in attesa di un riconoscimento ufficiale attraverso l’ingresso al governo.

Ai suoi fedelissimi il Cavaliere non ha nascosto l’irritazione per quanto sta avvenendo all’interno del partito. Una sorta di ‘guerra’ tra correnti, sarebbe il ragionamento del capo del governo, lontana dal modo in cui intendo la politica. In questi giorni – avrebbe confidato ai suoi collaboratori – vedendo quello che accade nel partito sembra di essere tornati alla prima Repubblica. Che le cose siano da cambiare Berlusconi nè è consapevole. ecco perchè dopo le elezioni amministrative il Cavaliere ha promesso di mettere la testa sul partito.

Un modo per prendere tempo e ponderare ogni scelta. Il problema infatti è che l’organigramma del Pdl si regge su un equilibrio tra gli ex Fi e gli ex An, modificare questo assetto rischia di lasciare molti scontenti e creare ancora più caos. Nel frattempo, le fibrillazioni proseguono. Dopo la cena dei ministri azzurri, martedì a fare il punto saranno i deputati vicini al sindaco di Roma Gianni Alemanno. Mercoledì invece doppio appuntamento, sono previste infatti una riunione dei parlamentari vicini al ministro per le Infrastrutture Altero Matteoli e poi la cena organizzata dalla fondazione Cristoforo Colombo che fa capo a Claudio Scajola.

Ed è proprio sull’incontro convocato dall’ex ministro per lo Sviluppo Economico che sono concentrati i riflettori visto che nelle scorse settimane la pattuglia degli scajoliani aveva manifestato in più di una occasione l’insofferenza per un partito troppo sbilanciato verso gli ex di Alleanza Nazionale. In realtà, i diretti interessati gettano benzina sul fuoco: se doveva essere un incontro riservato – spiega un parlamentare scajoliano – non convocavamo 50 persone, anche non parlamentari.

L’appuntamento poi era stato fissato da oltre una settimana. Oltre ai malumori all’interno del partito, il premier deve fare i conti con le aspettative del gruppo dei Responsabili che premono per entrare nell’Esecutivo. Domani una delegazione incontrerà Denis Verdini, per fare il punto sulla situazione politica. Ma nel gruppo la pazienza inizia a scarseggiare. Per questo, dopo aver incassato il sì al processo breve, il Cavaliere dovrebbe procedere con il completamento delle caselle vacanti assegnando a ‘Ir’ i quattro posti già promessi piu’, forse, altri due ‘extra quota’.