Porta a Porta, Fini avverte Berlusconi: “Siamo in tanti”

Pubblicato il 28 Aprile 2010 - 17:39 OLTRE 6 MESI FA

Gianfranco Fini

“Gliel’ho detto a Berlusconi, in privato e in pubblico, devo tener chiusa la porta per non far entrare tutti quelli che mi dicono: meno male che gli lo hai detto tu”. Hanno il sapore di una sfida le parole del presidente della Camera che,  scegliendo il salotto di Porta a Porta, decide di togliersi alcuni sassolini dalla scarpa. Usa spesso parole pungenti per ripercorrere l’ultima settimana politica dopo il discorso alla direzione nazionale Pdl, una delle più dure mai affrontate. Se la prende con Berlusconi, Feltri, difende Bocchino. E sul suo intervento dice: “Sono in pace con la coscienza”.

Si scalda a proposito dell’affaire Bocchino durante la registrazione della puntata di Porta a Porta che andrà in onda questa sera: “Se domani, come mi hanno detto potrebbe accadere, il gruppo dovesse accettare le dimissioni di Bocchino o, peggio ancora, lo dovesse sostanzialmente sfiduciare, dico in modo molto pacato che se il buongiorno si vede dal mattino altro che partito liberale di massa, altro che libertà di esprimere il dissenso!”.

E ancora: “Non sono presidente della Camera in ragione di un concorso vinto o di un cadeaux del Presidente del Consiglio, ma per una storia politica che rivendico, che è quella di una destra senza bava alla bocca. Non ho nessuna intenzione di dimettermi e fino alla noia, finché sarò presidente, difenderò le prerogative del Parlamento. Io non ho intenzione di litigare men che meno di divorziare” a condizione che “rispetti le mie opinioni. Io sbaglio in tantissime circostanze, a volte sbaglia anche il presidente Berlusconi”.

Parole dure anche sul direttore del Giornale, Feltri, che in passato ha spesso attaccato Fini: “”C’é un giornalismo che sguazza nel fango, per non citare quella materia organica che rese famoso Cambronne e che va oltre il livello della decenza. Oggi ho ricevuto anche la solidarietà del fratello dell’editore del giornale. Si dà il caso però che non sia stato un incidente. O non legge i giornali o non si sa perché soltanto oggi la solidarietà”. Sul Giornale di oggi viene infatti attaccata la suocera di Fini, Francesca Frau, madre di Elisabetta Tulliani, la compagna del presidente. L’articolo, a firma Laura Rio, mette in luce i numerosi appalti ottenuti nell’ultimo anno in Rai dalla società di produzione televisiva della signora Frau, la At Media.

In un altro passaggio il presidente critica anche una recente legge del governo: “Non avrei mai consentito l’introduzione del reato di clandestinità” ma la legge Bossi-Fini sull’immigrazione “la rifarei al cento per cento”.

Commento pungente anche per la polemica di oggi contro i finiani, dopo che il Pdl è stato battuto per un solo voto alla Camera sul Ddl Lavoro: “Siamo alla caccia alle streghe se si pensa che il governo è andato sotto per le assenza dei finiani”.

Il presidente Fini smentisce anche l’ipotesi elezioni anticipate: “Continuo a pensare che il semplice fatto di ipotizzare le elezioni sia irresponsabile. Cosa spiegheremo agli italiani? Che con una maggioranza che non c’é mai stata in precedenza si va alle elezioni?”.

E sul rapporto attuale con Berlusconi dice: “Francamente non mi riconosco nella definizione di tregua armata – afferma – Perché tregua? Perché armata? Qual è la guerra in corso? Si è aperta una fase politica nuova e mi auguro che i rapporti futuri siano improntati innanzi tutto alla massima correttezza istituzionale, perché abbiamo tutti il dovere di rispettare le altre cariche istituzionali nessuna esclusa dal presidente della Repubblica alla magistratura, e poi ad un confronto politico alla luce del sole in cui sia consentito a chi ha opinioni diverse dal vertice del partito di esprimerle”.