Pdl, lo scontro Fini-Bondi e l’affaire Brancher: reggerà il governo?

Pubblicato il 2 Luglio 2010 - 20:01 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

La crisi del Pdl è cosa che ormai si trascina da mesi, dallo storico scontro Berlusconi-Fini. Ma se i colpi arrivano dall’esterno (vedi la mozione di sfiducia per il ministro Brancher)  e dall’interno del partito (vedi lo scontro frontale Bondi-Fini di ieri), c’è chi è pronto a scommettere che la maggioranza abbia i giorni contati. Senza contare che l’affaire Brancher ha innervosito anche Bossi, finora fedelissimo alleato di Berlusconi.

Le parole di Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati Pdl, sono la spia di un certo nervosismo. “C’è qualcuno che nel Pdl ha preso come modello la litigiosità del Pd e cerca di importarla all’interno del centro-destra, dimenticando che essa è stata una delle ragioni delle ripetute sconfitte del centro-sinistra. Anzi c’è chi sembra credere che la permanente rissa verbale sia la quintessenza della democrazia interna”. Il riferimento è allo scontro tra Fini e Bondi di ieri. Ma Cicchitto rincara la dose e lancia l’ultimatum: “Senza convinvenza pacifica l’unica soluzione è la separazione”.

Ma se la maggioranza ha retto finora nonostante il match tra finiani e berlusconiani, che va in scena ormai da mesi, cosa potrebbe succedere mettendo a rischio anche l’asse “di ferro” con la Lega? La nomina del ministro Brancher, che ha rubato, seppur con competeze ancora da definire con chiarezza, un pezzo di federalismo a Bossi, rischia davvero di sfasciare il governo.

Ora Brancher potrebbe fare un passo indietro. L’obiettivo ora è evitare la mozione di sfiducia chiesta da Pd e Idv e già in calendario per l’8 luglio. Il neoministro è stato più volte, oggi 2 luglio, a palazzo Grazioli. A quanto pare il partito potrebbe presto chiedere a Brancher un passo indietro. O meglio ancora, potrebbe essere lo stesso ministro per il Decentramento a ritirarsi, prima che il governo vada in pezzi.