Processo breve: notte di tensione alla Camera, ma la sorpresa è la norma “allunga processi”

di Alessandro Avico
Pubblicato il 7 Aprile 2011 - 10:18| Aggiornato il 17 Luglio 2011 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La seduta notturna della Camera per l’esame del processo breve si è conclusa dopo la mezzanotte. Sono stati votati e respinti 4 emendamenti all’articolo 1 del testo, ma gli emendamenti complessivamente ammontano a duecento. E quindi si riparte.

L’intenzione è di licenziare il provvedimento al più tardi entro i primi giorni della prossima settimana. Al Senato, spunta invece a sorpresa “l’allunga processi”, un emendamento del capogruppo Pdl in commissione Giustizia, Franco Mugnai, al ddl sul giudizio abbreviato che consente di presentare alla difesa elenchi “infiniti” di testi prolungando i procedimenti fino “alla prescrizione”. In più, riparte l’iter della riforma del processo penale con il legale del premier Piero Longo come relatore. E va avanti il ddl di riforma del Csm. Anche nella Comunitaria, ricorda Donatella Ferranti (Pd), “hanno infilato la norma anti-toghe sulla responsabilità civile che è una minaccia verso i magistrati che seguono i processi Berlusconi”.

L’opposizione è sul piede di guerra e sulla prescrizione breve fa ostruzionismo per ritardare il voto. “Un ostruzionismo inutile – avverte il capogruppo Ir Luciano Sardelli – perchè tanto c’è seduta notturna e lo incardiniamo comunque”. La tensione tra i poli è tale che il presidente dei deputati Pdl Fabrizio Cicchitto se la prende con l’inquilino di Montecitorio Gianfranco Fini perchè non frena la protesta ipotizzando anche il contingentamento dei tempi uguale per tutti.

“Un presidente della Camera avrebbe il dovere di stoppare chi fa ostruzionismo”, incalza Peppino Calderisi (Pdl). E gira voce che Cicchitto del comportamento di Fini ne avrebbe parlato anche con il Colle, benchè i diretti interessati smentiscano nettamente. “La maggioranza – tuona il leader Idv Antonio Di Pietro – tiene in scacco il Parlamento solo per salvare il premier”. È “un uno-due – incalza il capogruppo Pd alla Camera Dario Franceschini – che è una pietra tombale per i processi di Berlusconi”.

Alla Camera è stata una notte carica di tensione. Le scintille sono scattate alle 21.45. A prendere la parola è stato subito il capogruppo dell’Idv, Massimo Donadi, chiedendo un ampliamento dei tempi d’intervento per il suo gruppo, quindi è stata la volta del presidente dei deputati del Pd, Dario Franceschini che ha ricordato “quello che sta avvenendo in queste ore: mentre alla Camera si esamina la prescrizione breve, al Senato sono stati approvati due emendamenti che ottengono l’esatto effetto opposto, cioè l’allungamento a dismisura della lista dei testimoni dell’imputato e l’impossibilità di usare sentenze passate in giudicato nei confronti di un coimputato, norma che incide direttamente sul processo Mills… abbiamo capito cos’è per questa maggioranza il bicameralismo perfetto”.

“Possibile – ha chiesto Franceschini – che nemmeno di fronte a queste cose ci sia uno voi che sente che la sua coscienza di cittadino e parlamentare non può continuare a sostenere queste cose?”. Sulla questione sono intervenuti anche i finiani Angela Napoli e Fabio Granata che hanno chiesto un intervento del ministro della Giustizia, Angelino Alfano, presente in Aula.