Processo breve, “salva Mills” per Berlusconi? L’opposizione: “Un emendamento del Pdl può favorirlo”

Pubblicato il 5 Aprile 2011 - 20:37 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Nel ddl sul “giudizio abbreviato” il capogruppo del Pdl Franco Mugnai ha presentato un emendamento che, se approvato, spiega l’opposizione, potrebbe allungare a dismisura i tempi del processo e scardinare di fatto quello Mills.

”Nella proposta di modifica di Mugnai – spiega il senatore dell’Idv Luigi Li Gotti – si prevede infatti che il giudice non possa mai considerare superflua una prova. Pertanto la difesa potrebbe anche chiedere che vengano ascoltati migliaia di testimoni facendo così decorrere i tempi della prescrizione del processo”.

Nello stesso emendamento si interviene ”a gamba tesa” sul processo Mills, secondo Li Gotti, perché non potrà più essere rispettato l’articolo 238-bis del Codice di procedura penale secondo il quale una sentenza di condanna definitiva può diventare direttamente prova in un altro procedimento.

“Nel processo Mills a carico di Berlusconi infatti – aggiunge Li Gotti – sarebbe bastato acquisire la sentenza di condanna già pronunciata contro l’avvocato inglese per avere una prova definitiva anche contro il premier e arrivare subito a sentenza anche nel suo caso”.

Se l’emendamento Mugnai, invece, verrà approvato, dovranno essere sentiti nuovamente tutti i testimoni utilizzati per scrivere la sentenza definitiva. I fatti, insomma, dovranno essere tutti nuovamente accertati. E questo, insiste Li Gotti, allungherà i tempi ”a dismisura”.

”In questo modo, sottolinea il senatore – si vanifica lo spirito della norma, il 238-bis cpp, fortemente voluta da Falcone proprio per evitare che ogni volta nei processi di mafia si dovesse ricominciare tutto daccapo facendo venir meno il valore delle prove già acquisite”.

La commissione Giustizia del Senato dovrà votare l’emendamento Mugnai domani pomeriggio. E la norma, già contenuta per alcuni versi nel ddl di riforma del processo penale (che ne chiedeva tout court la soppressione) riprende in parte quella già annunciata quest’estate dal capogruppo del Pdl in commissione Giustizia della Camera Enrico Costa.