A pausa pranzo non c’è trippa per gatti. Tre anni di dieta stretta per l’economia. Tremonti fa il conto al governo

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 13 Aprile 2011 - 15:29| Aggiornato il 14 Aprile 2011 OLTRE 6 MESI FA

Giulio Tremonti (Lapresse)

ROMA – Nella pausa pranzo Giulio Tremonti ha raccontato ai colleghi ministri che non c’è trippa per gatti. Nella pausa pranzo un Consiglio dei ministri su tasse, inflazione, deficit, debito, occupazione, Pil. Nella pausa pranzo per non sottrarre tempo con questi particolari alla mobilitazione generale della maggioranza, ministri compresi, per votare in aula il “processo e la prescrizione brevi”. Nella pausa pranzo a Montecitorio perché non ci si può allontanare. Nella pausa pranzo per raccontarsi in fretta che l’Italia per i prossimi tre anni deve stare a dieta stretta.

Dieta stretta di spesa pubblica per consentire al deficit pubblico di smagrire quanto promesso all’Europa. Il deficit, cioè lo sbilancio annuale tra spese e entrate era del 4,6 per cento nel 2010. Nel 2011 deve diventare del 3,9 per cento. Nel 2013 deve scendere ancora al 2,7 per cento. Nel 2014 il deficit annuale deve più o meno sparire. Sono impegni contratti con l’Europa, non si può sgarrare, se lo si fa si paga pegno. Tremonti illustra le cifre, chi sa far di conto facilmente può calcolare che per stare in regola già quest’anno mancano otto, nove miliardi di euro. Otto, nove miliardi di minore spesa, tu chiamala, se vuoi, manovra. E perché bisogna stare per forza, ora e subito, dentro il 3,9 per cento di deficit sull’ammontare del Pil? Perchè nonostante il Fondo Monetario abbia riconosciuto che la spesa pubblica è finalmente inferiore al 50 per cento del Pil e per questo ci abbia lodato, nonostante Tremonti abbia impedito lo sballo dei conti e per questo sia tutt’altro che lodato e amato dalla sua maggioranza, il deficit deve star magro e a dieta. Perchè il debito pubblico è e resta obeso: 120 per cento del Pil, solo a settembre dell’anno scorso la stima era del 119,2, quindi è ingrassato di un altro 0,8 per cento. E nel 2011 sarà del 119,4 per cento, 117,5 per cento nel 2012, 116,9 nel 2013. Con questi debiti chi ha di questi debiti non può fare altro deficit: elementare, Silvio.

E il Pil, la ricchezza prodotta? Più 1,1 per cento nel 2010, a settembre si stimava più 1,3. Più 1,3 per cento nel 2012. Più 1,5 nel 2013. Comunque sotto il più due per cento che crea nuova occupazione. Sono le cifre di Tremonti, le cifre che Tremonti porta in Europa e su cui Tremonti impegna l’Italia. Le cifre che dicono che non c’è trippa per gatti anche se è pausa pranzo. Anche se ci sono elezioni domani, l’unica cosa che può essere distribuita è il premio in incarichi di governo ai Responsabili, talmente responsabili che Razzi ha dichiarato che gli va bene tutto purché prenda qualcosa. Altro da distribuire non c’è, almeno nei numeri, almeno nei soldi veri. Ma alla fine della pausa pranzo almeno un po’ di zucchero velato Tremonti lo ha sparso: un sacco di stimoli all’economia a costo zero: semplificazione procedure, piano casa, sveltimento Pubblica Amministrazione. Una “frustata” all’economia ma senza soldi. Fine della pausa pranzo, tutti a votare per la giustizia breve, lì in aula i conti tengono.