Protezione civile. In tempo reale diretta live dalla Camera dei deputati

Pubblicato il 18 Febbraio 2010 - 20:42 OLTRE 6 MESI FA

La Camera dei deputati  è impegnata nell’esame del decreto legge sulla Protezione civile, che deve essere approvato  tempi di record con le modifiche determinate anche dallo scandalo di questi giorni, per poi tornare al Senato, che ne aveva già approvato una versione, e diventare legge entro la fine di febbraio.

Ore 20,29

L’Aula della Camera ha ultimato le votazioni sugli emendamenti al decreto legge emergenze. Come stabilito dalla conferenza dei capigruppo, domattina si esamineranno gli ordini del giorno; le dichiarazioni di voto finale avranno inizio alle 12:30 e saranno trasmesse in diretta televisiva. Al termine ci sarà il voto finale.

Ore 20,11

Sarà necessaria di volta in volta una legge ‘ad hoc’ per prorogare la sospensione di sei mesi del pagamento dei tributi e dei contributi previdenziali concessi nelle zone colpite dalle calamità naturali: è quanto prevede un emendamento della commissione Bilancio di Montecitorio al decreto legge emergenze che sostanzialmente sopprime l’automatismo della sospensione inizialmente prevista durante l’esame del testo in commissione. Ai deputati di opposizione che contestavano come questa norma finisse con il danneggiare gli alluvionati cui il sottosegretario Bertolaso aveva promesso risarcimenti e sospensioni dei termini fiscali, Bertolaso ha risposto: “a differenza di quanto scrivono certi giornali, io ho mantenuto tutti i miei impegni. Manterrò anche questi”.

Ore 19,23

“Il governo e la maggioranza sono interessati alla piena efficienza della Protezione civile e alla rapida approvazione del provvedimento in questione. La logica di Franceschini è paradossale perché se viene posta la fiducia si dice che è umiliato il Parlamento, se viene ritirata si parla di vittoria dell’opposizione”. LO sottolinea Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl. ” La verità è che, essendo venuto meno l’atteggiamento ostruzionistico dell’opposizione e concludendosi l’iter del provvedimento con la votazione nella giornata di domani, il governo e la maggioranza – conclude – hanno raggiunto il loro obiettivo e quindi è stata ritirata la fiducia”.

Ore 19,08

Cinque minuti di colloquio nell’Aula della Camera tra il ministro dell’economia, Giulio Tremonti, ed il leader del Pd, Pier Luigi Bersani. Durante le votazioni del dl emergenze, Tremonti, accompagnato dal presidente della commissione Bilancio, Giancarlo Giorgetti, ha raggiunto Bersani, seduto con Dario Franceschini ai banchi del Pd. La conversazione tra i quattro si è protratta per cinque minuti.

Ore 18,42

La norma, è stato spiegato dal sottosegretario Guido Bertolaso in risposta alla richiesta di chiarimenti avanzata da Giorgio La Malfa e sostenuta da Piero Fassino (Pd), riguardava “una sola persona”.

Ore 18,36

La Camera dei deputati ha cancellato dal decreto per le emergenze la norma che permetteva la stabilizzazione nel ruolo di direttore generale del ministero dei beni culturali l’attuale capo di gabinetto del ministro Sandro Bondi, Salvatore Nastasi. Lo rileva la Uil beni culturali che nei giorni scorsi aveva denunciato la vicenda con un appello al presidente della Camera Fini e a tutti i partiti e che ora “esprime soddisfazione per la scelta fatta”. “Avevo denunciato, già nella discussione al Senato, l’oscenità e lo scandalo di una simile procedura che avrebbe cancellato tre posti da Soprintendente e di Direttore di Archivio e Biblioteche solo per garantire il posto a vita ad 1 sola persona”, sottolinea il segretario generale Gianfranco Cerasoli. Il sindacalista sottolinea anche che la norma non si sarebbe applicata a Gaetano Blandini, che dalla fine del 2009 è stato nominato direttore generale della Siae e si è dimesso dal ministero.

Ore 18,14

Il dl emergenze “é un provvedimento illiberale che serve a mantenere il sistema delle tangenti legalizzate. Noi dell’Idv non lo condividiamo, nonostante il tentativo del governo di far digerire la cicuta con qualche addolcimento, perché siamo contrari alla sua filosofia”. Lo afferma il deputato Idv Pierfelice Zazzera. Secondo l’esponente dell’Italia dei Valori il provvedimento “fa dell’emergenza un business, un affare e trasforma i poteri istituzionali in una grande società, dove un commissario decide su tutto e su tutti, senza controlli e senza appalti. Si passa dal “berlusconismo” che vuole trasformare le istituzioni in strutture residuali dove non ci deve essere dibattito, al “bertolasismo”, volto a commissariare il paese accentrando i poteri, espropriando il Parlamento, le regioni e gli enti locali della loro autonomia, alla faccia del federalismo. E’ la formalizzazione dell’autoritarismo, in cui controllore e controllato sono la stessa cosa”. “La vera emergenza – conclude Zazzera – che richiede protezione civica, è l’emergenza democratica, visto che questo governo viola le regole, calpesta le istituzioni e fa carta straccia della Costituzione”.

Ore 18,14

Salta dal decreto legge emergenze la norma che prevedeva l’inquadramento come dirigenti di prima fascia del ministero dei Beni culturali dei dipendenti che esercitavano già funzioni dirigenziali: lo prevede un emendamento della commissione al dl emergenze approvato dall’Aula della Camera all’unanimità.

Ore 17,20

“Condivido l’analisi ed il pensiero del presidente del’Antitrust, Antonio Catricalà. Le opere pubbliche, grandi, medie e piccole devono andare avanti, perché servono al Paese e ad ogni cittadino per migliorare la competitività, aiutare lo sviluppo e le condizioni economiche”. Lo afferma il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli facendo riferimento a quanto riportato da una intervista a Catricalà pubblicata oggi da Il Messaggero. “Non ho dubbi che servono i controlli, la concorrenza tra imprese per gli appalti e il massimo della trasparenza nelle procedure- afferma il ministro – Ciò vale sia per le opere ordinarie che per quelle che si rendono necessarie a seguito di calamità naturali o altre emergenze. E’ chiaro che solo per le gravi emergenze, in via straordinaria, si può derogare alle norme che prevedono la concorrenza tra imprese. Non credo sia comunque all’ordine del giorno, alla luce delle inchieste in corso che riguardano singoli casi, la possibilità di uno stop alle infrastrutture. Sarebbe una disfatta per il sistema Paese ed il governo questa ipotesi non la prende neppure in considerazione”.

Ore 17,10

“L’UDC ha ritirato la pregiudiziale di costituzionalità al decreto dopo il passo indietro del governo su Protezione Civile SpA e sullo scudo giudiziario. Siamo ragionevolmente soddisfatti del ripensamento che il governo ha avuto, accogliendo le nostre osservazioni critiche, su due punti essenziali del decreto”. Così Pierluigi Mantini, esponente Udc in commissione Affari Costituzionali della Camera. “Il testo residuo non ci soddisfa – puntualizza – e per questo insisteremo con i nostri emendamenti nel corso dell’esame. La politica nazionale che auspichiamo per un’Italia efficiente e coesa non può procedere per decreti, ordinanze in deroga, emergenze, calamità naturali e calamità umane, grandi eventi e piccoli eventi, commissari speciali che sostituiscono le istituzioni. Storicamente – conclude Mantini – diffidiamo della cultura del potere assoluto e ci battiamo in prima fila per la cultura della concorrenza in ogni campo, a partire dagli appalti. Vogliamo un Paese normale, non un Paese speciale”.

Ore 16,50

“Il testo sulla Protezione Civile così come sarà presentato all’aula dalla maggioranza è un buon testo per il quale sono state fatte le scelte giuste. L’opposizione parla di vittoria? Francamente non capisco quale visto che voteranno un provvedimento necessario e dal quale sono state tolte tutte le parti che avrebbero potuto creare problemi”. Così il presidente dei deputati della Lega Nord, Roberto Cota, interviene sul dibattito in corso sul decreto legge sulla Protezione Civile. “E’ stata ponderata la scelta di non mettere la fiducia perché si è appurato che questo risultava il percorso più breve – spiega Cota – è soltanto questa la valutazione che ci ha tenuti impegnati questa mattina”.

Ore 16,45

L’Aula della Camera ha cancellato, con un voto all’unanimità, la norma del dl emergenze che prevedeva lo ‘scudo’ per i dirigenti della protezione civile in Campania. L’emendamento della commissione ha ricevuto il voto a favore di tutti i deputati.

Ore 16,25

L’Aula della Camera ha respinto le pregiudiziali di costituzionalità del Pd, dell’Idv e dell’Api al decreto legge emergenze. I voti a favore sono stati 227, 275 i contrari, 23 gli astenuti (il gruppo dell’Udc). L’Assemblea passa ora all’esame dei circa 40 emendamenti al testo non riturati dall’opposizione.

Ore 16,03

L’Udc ha ritirato la sua pregiudiziale di costituzionalità al dl emergenze: lo ha annunciato all’Aula di Montecitorio Pierluigi Mantini.

Ore 15,35

Conclusa la discussione generale (tutti i deputati dell’opposizione hanno ritirato la propria iscrizione a parlare) sul dl emergenze, l’Aula della Camera ora sta esaminando le questioni pregiudiziali di costituzionalità sul testo.

Ore 15,14

“La protezione civile deve dare garanzia di intervento nelle situazioni di emergenza e per fare questo chi la guida deve avere la testa libera da altri impegni e non deve occuparsi di altro, come ad esempio i grandi eventi”. Lo ha dichiarato Mauro Libé, Capogruppo dell’Udc in Commissione Ambiente alla Camera, intervenendo in Aula nel dibattito sul decreto legge sulla protezione civile. “Fino ad oggi invece, ha proseguito l’esponente centrista, i compiti della nostra protezione civile sono stati gonfiati a dismisura , mentre il Paese ha messo da parte ogni intervento preventivo per agire solo in emergenza, con le conseguenze disastrose che sono sotto gli occhi di tutti.” “La nostra protezione civile, però – ha concluso Libé – come riconosciuto sia dalla maggioranza che dall’opposizione, ha lavorato bene e, dunque, non credo sia necessario creare delle sovrastrutture che ne appesantirebbero il funzionamento. Tutti i Governi a parole sono per uno Stato più leggero, ma poi cedono alla tentazione di creare nuove strutture. E lo stesso vale per i provvedimenti omnibus, come quello che stiamo discutendo, ma che, rispetto al testo originario, è già molto migliorato. Si deve però ancora fare qualche passo avanti e la maggioranza farebbe bene ad ascoltare di più l’opposizione”.

Ore 14,36

“Quello che sta avvenendo alla Camera dimostra che siamo stati capaci di fare, prima al Senato e poi a Montecitorio, una giusta e sacrosanta battaglia. La cancellazione della Spa e dello scudo ed il voto senza la fiducia sono la dimostrazione che anche nella maggioranza si sono resi conto che il dl emergenze era sbagliato e pericoloso”: lo ha detto la presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro. “Al Senato – ha spiegato ancora Finocchiaro – la maggioranza ha voluto forzare ma poi ha dovuto fare i conti con l’evidenza e la forza degli argomenti dell’opposizione. Faccio i complimenti ai deputati del Pd e delle altre forze di opposizione che hanno continuato al meglio la battaglia che qui al Senato avevamo cominciato. L’ottusità e la protervia che la maggioranza e il governo avevano dimostrato al Senato è stata battuta alla Camera. E’ il segno – ha concluso – che le cose possono, con la costanza delle nostre posizioni, cambiare”.

Ore 14,27

“Con un serio lavoro parlamentare, prima in commissione e poi in aula, stiamo rimettendo sul binario giusto questo provvedimento sulla protezione civile che presentava aspetti abnormi”. Così Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, commenta il dl emergenze in aula alla Camera. “Ci aspettiamo – dice – che dall’esame degli emendamenti si possano correggere altri aspetti negativi di questa legge che ancora permangono. Quando l’opposizione non si limita a sbraitare ma ha delle buone ragioni, prima o poi le vengono riconosciute”.

Ore 14,12

“E’ una vittoria di tutta l’opposizione e di Italia dei Valori che in Aula ha condotto una strenua manovra ostruzionistica. Abbiamo messo il fiato sul collo a Governo e maggioranza e abbiamo ottenuto non solo una marcia indietro sull’istituzione di protezione civile spa ma anche e soprattutto sull’eliminazione dello scudo giudiziario per i commissari, una norma indegna per un paese civile”. Così Antonio Borghesi, vicepresidente del gruppo IDV alla Camera, ha commentato il ritiro della fiducia al ddl di conversione del decreto emergenze.

Ore 13,53

Il ritiro della fiducia da parte del governo “é una vittoria importante del Partito democratico e delle opposizioni tutte”. Lo ha detto il presidente dei deputati del pd Dario Franceschini. “Le opposizioni unite hanno prima ottenuto lo stralcio della Protezione civile Spa – precisa Franceschini – e adesso anche di quella norma che prevedeva l’impunità per le gestioni commissariali, un nuovo scudo. Oltre a questo il governo rinuncia a mettere il voto di fiducia e oggi pomeriggio si voteranno gli emendamenti. E’ la dimostrazione che le opposizioni unite possono portare a risultati significativi”. “Naturalmente voteremo contro il decreto, se non accoglieranno i nostri emendamenti -precisa il presidente dei deputati Pd – ma voteremo contro il decreto soprattutto perché la distinzione sempre più necessaria tra le catastrofi naturali e i grandi eventi sportivi o culturali che non possono essere trattati alla stesso modo non ci sarà ma la nostra battaglia continuerà su questo”.

Ore 13,25

“Era una norma che cautelava solo la pubblica amministrazione e nessuno in modo specifico. Quindi la soppressione di tale misura ci lascia tranquilli, se avessimo avuto dubbi immagino che il governo non avrebbe scelto di non mettere la fiducia”. Così il Sottosegretario Guido Bertolaso commenta la scelta di fa saltare lo scudo per i commissari in Campania per l’emergenza rifiuti. “Ora comunque nessuno può dubitare – dice Bertolaso – e nessuno può preoccuparsi. Il nostro obiettivo è creare un clima di maggiore serenità e calma. Ora l’importante è andare avanti e dare il via libera al provvedimento nel suo complesso”.

Ore 13,15

Il voto sulle pregiudiziali di costituzionalità presentate sul testo dall’opposizione, ha spiegato al termine della riunione il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto, si terrà oggi alle 16; gli emendamenti rimasti (una quarantina) saranno votati entro le 20:30. Domattina si riprenderà con l’esame degli ordini del giorno e con le dichiarazioni di voto, seguite dal voto finale: a quel punto il testo dovrà tornare in Senato. “Una volta che abbiamo tempi certi la fiducia non serve”, ha spiegato Cicchitto. “Soddisfatto” anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito: “si è verificato – sostiene – quello che avevo chiesto fin dall’inizio: in presenza di tempi certi non serve la fiducia”.

Ore 13,14

Si terrà domani alle 13:30 nell’Aula della Camera, preceduto da dichiarazioni di voto in diretta televisiva, il voto finale sul decreto legge emergenze. Il governo non porrà la fiducia sul testo come aveva, invece, fatto al Senato. E’ quanto è emerso dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio.

ore 13,39

Dal provvedimento che contiene le norme sulla nuova Protezione civile sarà cancellato il cosiddetto “scudo giudiziario” per chi ha gestito l’emergenza rifiuti in Campania. Il governo presenterà un emendamento. Lo ha annunciato il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso. “Così – ha spiegato – nessuno può più dubitare che si voglia proteggere qualcuno”.

ore 13,07

Decreto legge sulla Protezione Civile: l’opposizione di Fini alla decisione del governo di porre la fiducia alla Camera ha indotto la maggioranza a cambiare idea. L’onorevole Bocchino (Pdl), dopo la convulsa mattinata in cui si erano rincorse affermazioni e smentite, mette fine al balletto: “Niente fiducia, oggi gli emendamenti, domani alle 13 il voto finale”.

Davanti allo stallo registrato alla conferenza dei capigruppo, alla fine il Presidente della Camera era sbottato: “La mettete o no questa fiducia?” La risposta affermativa dalle file del governo a Fini non era piaciuta per niente. Nonostante i tentativi di accordo il governo aveva ugualmente deciso di porre ldi andare avanti sulla fiducia.

Gianfranco Fini non ha nascosto la sua irritazione: “Allora si va avanti secondo regolamento e si finirà di votare quando si finirà, lunedì ma anche giovedì”. Questo significa che il voto finale è destinato ad allungarsi nei prossimi giorni, mettendo a rischio il decreto milleproroghe che era previsto in aula lunedì 22 e che scade il 28 febbraio.

Nella conferenza dei capigruppo il governo ha annunciato l’esclusione dello “scudo giudiziario” per la struttura commissariale in Campania, ma non ha garantito che non porrà la questione di fiducia, a fronte di un impegno dell’opposizione di ridurre a 40 gli emendamenti.

Il capogruppo del Pd alla Camera Dario Franceschini aveva appena illustrato i termini dell’intesa tra gli schieramenti per evitare il ricorso alla fiducia quando il ministro Elio Vito ma anche il capogruppo della Lega Roberto Cota hanno messo le mani davanti: “Non sappiamo se il governo metterà o meno la fiducia”.