Rai: tutte le novità presentate nel ddl di Bersani

Pubblicato il 7 Luglio 2010 - 20:43 OLTRE 6 MESI FA

Un amministratore delegato, indicato dal Consiglio di amministrazione, che svolga l’attività ”sulla base delle deleghe che il Cda riterrà di concedere”. L’ad sostituirà l’attuale direttore generale, mentre il Cda sarà nominato in parte dalla Vigilanza, in parte dalla Conferenza Stato-Regioni e dall’Anci: questi alcuni dei punti principali del ddl sulla governance Rai, presentato mercoledì dal segretario del Pd Pierluigi Bersani.

Il ddl, primo firmatario Bersani e i capigruppo Pd di Camera e Senato – che sarà depositato nei prossimi giorni – ha come obiettivo ”rompere il primo anello della catena che ha imprigionato il pluralismo dell’informazione e una grande impresa pubblica”, ha detto Bersani che, dopo aver ricordato la relazione fatta ieri dall’AGcom e l’intervento del presidente della Camera Gianfranco Fini, ha sottolineato ”il blocco importante del sistema informativo e della comunicazione”.

”Chiediamo per la Rai la libertà di impresa”, ha aggiunto il segretario del Pd, che ha parlato della necessità di un ”Cda riorientato, semplificato” e di un amministratore delegato ”nella pienezza dei suoi poteri: non è possibile che questo potere venga gestito in cooperativa”, ha osservato.

”L’ad in 180 giorni presenta il piano industriale – ha detto ancora Bersani – Nel frattempo il Parlamento discuta sul ruolo del servizio pubblico”. Nel ddl si legge che attualmente il dg Rai esercita poteri ‘speciali’ e costituisce nei fatti il vero gestore dell’azienda” e si sottolinea il ”diretto intervento del potere politico nella realtà quotidiana dell’azienda” e il ”succedersi di norme spesso non coordinate fra loro, che hanno ulteriormente irrigidito l’operativita’ della Rai”.

Il ddl prevede 9 consiglieri: 4 indicati dalla Vigilanza, 2 dalla Conferenza Stato-Regioni, 2 dall’Anci e uno dal ministro dell’Economia e che, designato con il voto favorevole di almeno 6 dei membri del Cda, svolge le funzioni di Consigliere di amministrazione delegato. Il loro mandato viene allungato a 6 anni.

I consiglieri ”intervengano non nella gestione quotidiana dell’azienda (di cui si occuperà l’ad, anche avvalendosi di un comitato consultivo composto di dirigenti dell’azienda), ma solo sulle questioni fondamentali legati ai piani editoriali, industriali e di bilancio”. Il Cda con la maggioranza di almeno 6 componenti puo’ revocare l’incarico al consigliere delegato.

L’ad presenta al Cda per l’approvazione il piano industriale, il piano editoriale e il bilancio, e decide sulle nomine dei direttori di rete, del personale e delle testate giornalistiche. Entro 180 giorni dalla nomina, presenta al Cda un piano di riorganizzazione dell’azienda, che prevede la costituzione di un ”Comitato consultivo costituito da dirigenti di primo livello per la gestione aziendale e l’elaborazione delle strategie”.

Il ddl prevede ”un importante e urgente ripensamento dell’intera disciplina del sistema pubblico delle comunicazioni”, in particolare per quanto riguarda ”i profili della pubblicità e del rapporto tra questa e il canone”. A questo scopo Bersani ha annunciato la creazione di un ”Osservatorio puntuale. Voglio sapere se l’azienda mette tutti i tetti pubblicitari consentiti dalla legge Mammi’. Ma va ripensato anche il tema delle frequenze”, ha aggiunto.

Il Pd propone anche l’abrogazione delle norme, ”ormai disapplicate”, che prevedevano la privatizzazione della Rai. ”Speriamo che ci sia ragionevolezza e comprensione da parte di chi lavora nell’azienda e dell’opinione pubblica – ha concluso Bersani – Non ci terremo questo tema chiuso nelle stanze del Parlamento. Faremo una campagna di opinione”.