Referendum acqua. Libero: “Di Pietro e Bersani voltafaccia”

Pubblicato il 2 Giugno 2011 - 10:32 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Voltafaccia. E’ l’accusa rivolta dal quotidiano Libero a Pier Luigi Bersani e Antonio Di Pietro, “colpevoli” di aver radicalmente modificato posizione in tema di acqua, uno dei temi su cui gli italiani saranno chiamati a pronunciarsi tra qualche giorno con i referendum.

“Nel 2006 – scrive su Libero Antonio Signorini – i loro nomi erano riportati su di una prima pagina di un disegno di legge che si proponeva lo stesso obiettivo delle norme che vorrebbero abrogare con il voto del 12 e 13 giugno: liberalizzare la gestione dei servizidi utilità pubblica e fare entrare i privati dove il pubblico non riesce, per incapacità o peggio”.  La legge in questione voleva riordinare i servizi pubblici locali e, oltre alla firma dell’allora premier Romano Prodi, c’erano anche quelle di cinque ministri: Linda Lanzillotta, Emma Bonino, Giuliano Amato e i due attuali leader dell’opposizione di centrosinistra, Bersani e Di Pietro.

Da allora, spiega Signorini, l’unica a non aver certamente cambiato idea è la Lanzillotta cui si deve del resto un decreto specifico sul tema. Sulla questione acqua, per ora, si registra il silenzio di Prodi e Amato. Più complessa la posizione di Emma Bonino: per i radicali le liberalizzazioni sono benvenute ma il referendum è più importante. Bersani e Di Pietro, invece, hanno cambiato idea.

Era il 2008, aggiunge Libero, quando “Bersani chiariva ai militanti la posizione del partito”. Secondo il segretario i privati per la gestione dell’acqua servivano e chi si opponeva aveva una posizione “terzomondiste” e “no global” più giuste in posti “come il Brasile dove ci sono i signori dell’acqua” e non in Italia dove il problema è turare le falle della rete idrica.

Per ottimizzare il servizio, sosteneva Bersani, serviva “una partnership industriale” tra pubblico e privato “con il 60% che deve rimanere in mano pubblica”. Più o meno la tesi che il referendum vuole cancellare. Allora il Pd era schierato con il no e battgliò con la sinistra radicale. Oggi invece, è la certezza di Libero, si schierano per l’acqua pubblica solo per “affondare” Berlusconi attraverso i referendum.