Reggio Calabria: Pignatone, patto tra ‘ndrangheta e massoneria

Pubblicato il 5 Febbraio 2010 - 11:57 OLTRE 6 MESI FA

Il procuratore di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone

Esiste un patto segreto da massoneria e ‘ndrangheta che si muove in una zona grigia di connivenze e complicità. Con questa consapevolezza nell’ambito di una nuova ed efficace strategia la direzione distrettuale di Reggio Calabria «si è posta l’obiettivo di una azione di contrasto articolata nella quale ci sarà anche l’individuazione e il perseguimento di componenti significative della cosiddetta “zona grigia” di esponenti cioé della politica, delle istituzioni, delle professioni, dell’imprenditoria, a volte con legami massonici, che forniscono alle “dinastie mafiose” occasioni di arricchimenti e a volte garanzie di impunità.

E’ quanto ha detto in un’intervista alla Stampa il procuratore di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone che ha aggiunto come «il fatto che il governo abbia introdotto il termine ‘ndrangheta nel Codice penale, avrà delle ricadute importanti» perché “il riconoscimento” di un’associazione mafiosa così denominata «sarà il punto di partenza di giudici e pm per valutare le condotte individuali».

Intervistato anche dal Sole 24 Ore, Pignatone  ha affermato che la Calabria anche «contro il racket può farcela», importando il “modello Sicilia”, “riproponibile” se con questa espressione si intende «quella concatenazione di fatti che hanno portato al proficuo rapporto tra organi dello stato e società civile». «Gli ingredienti – ha ribadito – ci sono già tutti anche qui in Calabria ma, soprattutto, ritengo che non esistano alternative» «Sono particolarmente incoraggiato – ha aggiunto a questo proposito – dalla decisa presa di posizione antiracket di Confindustria”.