Regionali Veneto, Galan: “Candidato della Lega peggio di tradimento”

Pubblicato il 16 Dicembre 2009 - 21:52| Aggiornato il 17 Dicembre 2009 OLTRE 6 MESI FA

Dopo mesi di tira e molla nel centrodestra e 15 anni di presidenza del Veneto, Giancarlo Galan, si avvia a lasciare la poltrona. «Peggio di un tradimento», ha anticipato così la scelta dell’ufficio di presidenza del Pdl che ha deciso che i candidati di Veneto e Piemonte per le regionali 2010 saranno della Lega, mentre nel Lazio correrà Renata Polverini, di area ex An.

Galan dovrà farsi da parte, dopo essere stato per tre legislature la punta di lancia del centrodestra nel Nordest. A prendere il suo posto potrebbe essere il ministro Luca Zaia, o il sindaco Flavio Tosi.

Il nome lo deciderà Umberto Bossi, ma a quel punto a Galan interesserà poco. Il cambio di consegne Pdl-Lega in Veneto, tuttavia, arriva da molto lontano. Già nel luglio 2008 a Padova, il Senatur – nel famoso comizio in cui alzò il dito medio all’indirizzo dell’Inno di Mameli – aveva investito come candidato per la Regione Flavio Tosi, fresco sindaco di Verona. Da allora il toto-candidato presidente è proseguito senza interruzioni, per un anno e mezzo. A metà dello scorso settembre Galan era riuscito ad avere un faccia a faccia con Berlusconi, ad Arcore, senza però strappare nessuna promessa al premier. Poi, a metà ottobre 2009, in una cena a palazzo Grazioli, Berlusconi e Bossi avevano trovato l’accordo che dava il Veneto alla Lega.

In Veneto, nel frattempo, stavano nascendo i ‘Galan-boys’, ovvero gli oltre 200 secessionisti pidiellini firmatari di una lettera pro-Galan indirizzata a Berlusconi. E si cominciava a parlare di una lista civica in sostegno del governatore uscente nella quale, oltre ai delusi Pdl, potrebbe confluire anche l’Udc.

«Fino a quando nessuno mi spiegherà per quale motivo uno che ha governato bene non debba continuare a governare la mia risposta sarà sempre la stessa: resto in campo» ripeteva intanto Galan. Fino alla scelta definitiva del partito. «La decisione è avvenuta, a Roma naturalmente. Considero quanto avvenuto peggio di un tradimento – ha concluso il presidente veneto – e cioé un errore. Ora mi prenderò il tempo necessario per riflettere tentando di capire regole e modalità di un modo di fare politica che non condivido ma che posso tentare di comprendere».