Ruby, dal gip 27 pagine di prove contro Berlusconi: bonifici, verbali, ecc…

Pubblicato il 16 Febbraio 2011 - 23:25 OLTRE 6 MESI FA

Berlusconi in tribunale

MILANO – I bonifici alle ragazze, le parole di Ruby e una “pressione indebita” sulla Questura da una parte. Indagini, quelle della difesa, che non smontano il teorema accusatorio dall’altra. Sono in sintesi le 27 pagine del decreto con cui  il gip di Milano Cristina Di Censo ha disposto il giudizio immediato per il premier per le accuse di concussione e prostituzione minorile.

La Di Censo parla di ”indebito intervento” di Silvio Berlusconi sui funzionari della Questura  aggiungendo che tale intervento non serviva ”a salvaguardare le istituzioni internazionali con l’Egitto” ma a evitargli l’impunità del reato di prostituzione minorile.

Tra le fonti di prova, definite “plurime e variegate”,  elencate nel provvedimento del gip c’è anche ”la disponibilità di ingenti somme di denaro da parte di Ruby”. Inoltre, nel decreto viene citata l’analisi effettuata dagli investigatori sulle celle telefoniche che ha accertato le ”presenze ad Arcore di Ruby dal 14 febbraio 2010 al 2 maggio 2010”.

Tra le fonti di prova, il giudice segnala ancora ”i rapporti tra Lele Mora ed Emilio Fede per l’organizzazione delle serate, testimoniate da conversazioni telefoniche” avvenute tra il 10 agosto e il 24 ottobre dello scorso anno. Nel provvedimento si parla anche degli appartamenti del residence in via Olgettina nella disponibilità di alcune ragazze ospiti ad Arcore e di somme di denaro elargite alle stesse ragazze ”per il tramite di Giuseppe Spinelli, fiduciario di Silvio Berlusconi”.

Nel provvedimento della Di Censo, viene citata tra le fonti di prova a carico del premier anche la presenza della brasiliana Iris Berardi ad Arcore il 13 dicembre del 2009, quando la giovane era ancora minorenne. La Berardi, stando agli accertamenti degli investigatori, sarebbe stata anche nella residenza sarda del premier a Villa Certosa nel novembre dello stesso anno. Gli inquirenti stanno ancora effettuando verifiche e cercando riscontri sulle presenze della giovane brasiliana nelle ville del premier, quando non aveva ancora compiuto i 18 anni.

Quanto alle indagini della difesa del premier, la Di Censo non le giudica sufficienti a contrastare le prove prodotta dall’accusa. Il gip nel decreto spiega che ”le molteplici fonti di prova acquisite, di natura dichiarativa, documentale” – a cui si aggiungono le intercettazioni -, ”convergono nel senso della ricostruzione” dei fatti prospettata dall’accusa. Questi esiti probatori, secondo il gip, non sono ”efficacemente contrastati dai contenuti delle investigazioni difensive, che in più punti stridono in termini netti” con le prove raccolte dai pm.

In conclusione, secondo il gip, non c’è alcuna ”violazione di legge” nella decisione della Procura di Milano di mantenere uniti i due reati contestati al premier, vale a dire la concussione e la prostituzione minorile.