Sanità Puglia, Vendola indagato su nomine. Pm divisi su archiviazione

Pubblicato il 4 Febbraio 2010 - 18:40| Aggiornato il 28 Febbraio 2013 OLTRE 6 MESI FA
Nichi Vendola

Nichi Vendola

Nichi Vendola sarebbe indagato perché sospettato di aver “imposto” nomine dei direttori sanitari. Lo riferisce l’Ansa, che cita fonti vicine agli ambienti giudiziari della Procura di Bari. Nelle scorse settimane era trapelata la notizia che il governatore pugliese fosse sotto indagine per aver tentato di agevolare il rientro in Italia di un professore pugliese di Harvard.

L’indaggine della Procura di Bari riguarderebbe dunque un presunto sistema di potere che avrebbe imposto ai direttori generali le nomine di direttori amministrativi e sanitari e di primari in alcune Asl pugliesi.

Sui risultati a cui è finora giunta l’inchiesta per concussione (anche nella forma del tentativo) a carico di Vendola si registra una spaccatura all’interno del pool composto dai tre magistrati a cui è assegnato il fascicolo: due pm, Francesco Bretone e Marcello Quercia, si sono espressi affinché venga archiviata la posizione di Vendola; la loro collega Desiré Digeronimo si è invece espressa di fatto contro l’archiviazione.

I tre hanno manifestato le proprie posizioni in lunghe lettere inviate nei giorni scorsi al procuratore generale, Antonio Laudati. Laudati aveva chiesto ai tre magistrati spiegazioni sulla fuga di notizie relativa all’iscrizione di Vendola nel registro degli indagati, invitandoli anche a riferire sui risultati delle indagini.

Proprio riferendo, circa due settimane fa, dell’iscrizione del nome di Vendola nel registro degli indagati (fatto questo che la Procura non ha né smentito né confermato), i media attribuirono la circostanza agli sforzi fatti per far rientrare uno dei cervelli italiani migrati in Usa: il professore di neurologia di Harvard Giancarlo Logroscino aveva accettato nel 2006 di tornare in Italia, ed è ora docente associato a Bari.

Il fascicolo non riguarda la vicenda di Logroscino. A quanto è dato sapere, ipotizza pressioni politiche fatte da Vendola e da alcuni amministratori regionali nell’imporre ai dg di alcune Ausl le nomine di direttori amministrativi e sanitari e di primari.

Negli atti giudiziari, oltre al nome di Vendola, compaiono quelli di altre 10 persone, tra cui l’assessore ai trasporti Mario Loizzo, l’ex assessore alla sanità Alberto Tedesco, ora senatore del Pd, e l’ex dg della Ausl Bari Lea Cosentino.

Nei confronti degli indagati i carabinieri ipotizzano il reato di concussione (anche solo tentata) per aver “imposto – nel maggio 2008 ai direttori generali delle Ausl e di differenti presidi ospedalieri pugliesi, le nomine dei direttori amministrativi e sanitari, nonché di primari di strutture operative complesse al fine di rafforzare la presenza della propria coalizione politica nelle istituzioni locali”.