Sicilia, Crocetta: “Aboliremo le province”. Costano 700mln € l’anno…

Pubblicato il 4 Marzo 2013 - 14:29| Aggiornato il 25 Agosto 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Aboliremo le province questa sera”. Rosario Crocetta, governatore della Sicilia, lo ha annunciato la mattina del 4 marzo. Le province siciliane saranno sciolte in una riunione prevista per la serata di lunedì e sostituite da liberi consorzi, spiega Crocetta. Nove province che costano alla Regione Sicilia 700 milioni di euro l’anno, e che Crocetta e deputati dell‘Ars del Movimento 5 Stelle sono pronti a tagliare, scrive Repubblica.

Se Crocetta pensa al taglio, il Pdl guidato da Angelino Alfano vorrebbe far votare Comuni e Province entro fine maggio “anziché rimandare a data da destinarsi. Si risparmierebbero 12 milioni. Siamo pronti alle barricate”. Ma Crocetta prosegue con la proposta di abolizione per questi nove enti che rappresentano uno “stipendificio” secondo l’attivista M5s e deputato siciliano Matteo Mangiacavallo. 

Il costo delle province è di 700 milioni di euro l’anno, spiega Repubblica:

“Presidenti, assessori e consiglieri formano un esercito di 350 unità che percepiscono ricche indennità: il presidente della Provincia di Palermo, per esempio, incassa un mensile di 8.459 euro, il vice 6.334 mentre gli assessori prendono 5.948 euro e i consiglieri poco più di 2.500 euro. Inoltre lo Stato spende per le Province siciliane 295 milioni, il trasferimento più imponente in Italia.

Il personale rappresenta quasi il 50 per cento della spesa corrente per un totale di 244 milioni annui, secondo i dati Istat del 2009. Tra il 2007 e il 2010 ogni siciliani ha pagato di tasse destinate alle Province 60,93 euro. Ammonta a oltre 4 milioni la spesa sostenuta per i trecento e passa consulenti contrattualizzati nel 2011″.

Le province non hanno gradito l’annuncio di Crocetta e Giovanni Avanti, presidente della Provincia di Palermo, ha dichiarato:

“Sulla riforma della Province il Presidente della Regione prosegue nel suoi proclami quotidiani, cambiando posizione in continuazione. Siamo di fronte ad una manovra puramente demagogica”.