Silvio gioca alla matematica: “Bimbi, quanto fa 5 per 10? Cento è la risposta esatta”

Pubblicato il 20 Gennaio 2010 - 15:54 OLTRE 6 MESI FA

C’è un Berlusconi “minore”, non quello che si occupa della giustizia o del fisco. Non quello che, appena votato il processo breve al Senato, subito accusava l’opposizione di “disonestà intellettuale”, dichiarava i processi a suo carico “plotoni di esecuzione” e comunicava la sua indecisione se andare o meno in aula, non senza aver “sentito prima gli avvocati”. Un Berlusconi minore che però vale la pena di conoscere. E’ quello che con i bambini di una scuola de L’Aquila gioca “alla matematica”.

Domanda il premier ai bimbi: “Quante dita ha una mano?”. I bimbi rispondono: “Cinque”. “Bravi” dice il premier. E raddoppia la domanda: “E quante dita in due mai?” Risposta: “Dieci”. “Bravi, e quante dita in dieci mani?”. Risposta: “Cento”. Il premier si complimenta: “Bravi ancora, è la risposta esatta anche se quasi tutti si sbagliano e dicono cinquanta”. Deve essere stata la genuina gioia di stare a contatto con i bambini ad aver invertito la battuta che il premier vuole regalare alla scolaresca, insomma un “lapsus da entusiasmo” perché, fino a matematica contraria, cinque per dieci fa cinquanta e non cento.

Poi Berlusconi chiede ai bimbi: “Berlusconi è un buon presidente?”. Quelli rispondono “Sì”. E il premier scherza: “Proporrò di abbassare a cinque anni l’età per votare”. Uno scherzo, una celia, anche se con l’eco lontana di altra lontana battuta del premier: “L’elettore medio è come un bimbo di undici anni, di quelli che siedono nei banchi alle ultime file”.

Dopo i piccoli, i grandi, gli adulti. Hanno preparato per Berlusconi uno striscione: “Silvio, fatti clonare per i nostri figli”. Un adulto in carne e ossa si avvicina al premier e gli dice: “Grazie per averci garantito un terremoto di lusso”. Il premier, per non metterlo in imbarazzo, accetta di restare sul piano del surreale: “Ho perduto un dentino ma me ne restano trentacinque”.